Più leggo e più mi accorgo che di cose da sapere ne ho ancora una mucchia in fatto di scrittura.
Amo questo argomento , ma haimè la mole di cose da conoscere è veramente alta.
Quando creo un racconto mi impegno al massimo, cerco di valutare tute le opzioni e di pensare sopratutto al mondo e alle esigenze dei miei personaggi.
Quando leggo guide per narratori invece, mi pare sempre di non aver seguito nessun dettame di "esperti del settore".
Loro sostengono che i loro sono consigli e che poi ognuno deve agire come meglio crede. Giustissimo ma anche un bel problema per chi scrive, soprattutto per chi come me di lettori che commentano ne ha pochi.
Non ho voglia di tornare di nuovo sul discorso del "è carino", il mio vero problema è capire fondalmentalmente l'errore nel testo.
La gramamtica non va? La struttura della storia è sbagliata? La dinamica degli eventi deraglia?
Mai una risposta vera alle seguenti domande.
So che quando si legge nemmeno si presta occhio a certi dettagli ma chi scrive invece ci presta un attenzione quasi maniacale e il capire dove sta il pelo nell'uovo è di fondamentale importanza.
La faccenda è complicata. Molti scrittori sostengono che non bisogna mai affrotnare grandi temi, perchè poi non si arriva a nulla di soddisfacente.
Questo a mia opinione è il classico dilemma che porta alle domande sopra citate. Dove sta l'errore dunque?
I valori se uno li affronta in un racconto sono molto ambivalenti, per ognuno sono diversi non c'è un opnione generale, ma affrotnarli in un testo e renderne la grandezza non può far altro che accentuarne il valore in questione, tutto sta a come si costruisce il racconto.
E la struttura della storia a fare la differenza, la bilancia e la metrica con cui si affonta l'argomento.
Il saper rendere una determinata visione di qualcosa per la maggioranza può sembrare un errore appunto perchè è la tua visione e non quella globale.
Niente da dire, è giustisimo ma bisogna anche tener conto che, non esiste una versione globale per nessun tipo di argomento.
Vedete la costruzione di un raconto quanto può essere complessa?
Sicuramente no. Colpa anche mia che non vi sto offrendo un appiglio per capire, passando da un punto ad un'altro.
Mi spiego meglio dunque. la narrativa come ho scritto in un mio precedente articolo è una scienza. Un'alchimia della costruzione.
E come fare un puzzle solo più complesso. Un unione di calcolo delle emozioni, distribuzione del peso e del trovare il punto giusto dove mettere le idee sviluppate.
Tutto questo agglomerato deve poi fornire una struttura solida in cui la tua storia si può svolgere.
Da questo punto però nascono anche tutti i problemi piccoli e grandi della narrazione.
Infatti bisogna prestar occhio a non deragliare dal discorso, al non fare in modo che tutti i personaggi parlino uguale a dare un realismo alla storia e al luogo in cui si svolge, a non fare piazzate o a creare dei in terra come personaggi.
C'è davvero molto su cui lavorare e a risultato finito non si sa mai che pensare di quel testo. Magari tempo dopo, ti leggi una qualche guida per aspiranti narratori e ti sorgono un milione di domande.
Un bel dilemma davvero. Inevitabilemnte mi porta poi a ragionare anche su altri temi affini al discorso come l'originalità dell'idea, il modo di esprimersi, stile, metrica, sisntasi e tanti altri argomenti.
Sopratutto inizi e finali. Due questioni di grande importanza in un testo scritto.
Mai dunque sottovalutare La costruzione narrativa. Il problema come dicevo un po' sopra non sta nel non saper esprimere grandi idee o nel darne una versione universale quando il saperne dare una visione corretta che faccia porre domande e mettere in mostra un volto differente sia che si parli del grande valore che del paio di calzini che uno si mette la mattina.
L'espressione in pratica.
Questa è la mia opinione personale. Concordo con quasi tutto quello che si dice sulla costruzione di un romanzo ma, credo che anche il fattore del darne un esposizione bella e intrigante sia doveroso da ricordare.
Inoltre un ultimo punto da tener conto è il sentimento con cui il testo è scritto. Un mondo ben costruito è anche sentimento. Tutti i personaggi sono vivi e vivono la loro vita in quel mondo che tu crei per loro, quindi bisogna necessariamente dargli un mondo stabile.
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