venerdì 11 marzo 2016

Nuovo anno, riflesioni sulla scrittura

Il detto dice: Anno Nuovo, Vita Nuova.
Un mero detto comune che personalmente non mi ha mai ispirato nulla; tutavia  quest'anno mi ritrovo a dirmi: Anno nuovo, scrittura nuova.
Sto cambiando il mio modo di pensare e mi sto accorgendo di alcune mancanze nella mia figurazione dei personaggi.
Il mio stile narrativo mi piace e poco mi importa se la modina moderna vuole la  narraxione veloce stile film, senza azioni, senza personalità nel personaggio.
Io punto a ritrovare la bellezza della scrittura  definiamola "Imperfetta" e a volere che il lettore non si ritrovi fra le mani  semplicemente "una storia" ma un universo alternativo fatto di pro, contro, bellezze e brutture.
Che quando legge si ritrovi a pensare, analizzare e porsi curiose domande.
Non facile intento il mio, soprattutto vedendo l'arroganza che si è maturata tra chi scrive..
Non mi riferisco a scrittori professionisti che bene o male hanno le loro ragioni di dire questo o quello; quanto agli appassionati tali che si impongono con i loro giudizi sbandierando che gli altri fanno merda gratuita.
Non l'ho mai tollerato questo, sia perchè sno un idealista cosa che molti in scrittura ritengono sbagliata e che bisogna pensare solo al mero guadagno in quattrini, alla moda che fa tanto fashon per convincere il lettore a comprare il libro,  al fatto che bisogna fare faccia lecchina solo per avere il librino pubblicato.
Tutto questo  ripeto a me non interessa perchè quel che io punto è allo spirito del libro, al sogno e alla verità  nascosta nei sogni.
Il denaro, il successo per me sono gli ultimi e più inutili gradini del settore. Certo vedere la propria faccia sulla copertina di un libro è un idea esaltante ma che significato ha se poi ti limiti a scrivere la patetica imitazione  di twilight?
Cosa hai ottentuto dal libro? Cosa ottiene il lettore da quel libro?
Certo in pratica tu scrittore hai ottenuto fama e denaro, il lettore il suo misero momento con una storia che non ha niente,  di niente da esperimere a parte l'azione, il grande e classicissimo amore impossibile.
No!  Mi sono detta la mia maturazione in fatto di scrittura non può limitarsi a questo, soprattutto vedendo l'espressività della narrazione classica con la sua intensità di momenti e situazioni anche spigolose anche alcune volte totalmente illogiche.
In pratica io voglio qualcosa che il lettore possa considerare tangibile nella sua completezza.
Ritrovarmi a riflettere su quanto poco in senso generale pensi al personaggio in se  confesso che mi lascia  una grande amarezza.
Mi sono accorta di questa cosa scrivendo un racconto " a cazzo" in pratica senza progettare nulla, e andando ad ispirazione del momento.
La scrittura è orrenda lasciatemelo dire, tuttavia la storia ha un potenziale immenso. Mi sono ritrovata a scontrarmi con i personaggi e a domandarmi "spetta , ma qui è meglio pensare al contesto generale della storia o sfondare il muro e fare in modo che il personaggio dica :ehi stupida autrice guarda che io voglio fare quel che pare a me e comportarmi come pare a me!"
In pratica letterale mi sono ritrovata a scoprire proprio il primo precetto di scrittura che ho imparato ovvero: Non sei tu a scrivere è il personaggio che vive la sua vita!
Ma mi sono scontrata anche con un altro importante precetto  di scrittura : Ricordati il ruolo del personaggio nel racconto.
Da qui è nata la mia grande riflessione, da qui anche il riaccorgemi di quanta arroganza ingiustificata ci sia in chi discute e commenta un testo scritto.
Spesso mi sento dire: ah ma la sintassi dei testi è importante, ah perchè la grammatica , ah perchè la forma del testo, ah perchè non si può descrivere annoia, ah perchè non si può innoltrarsi nella psiche del personaggio è brutto, ah perchè il personaggio non può compiere un azione come prendere in mano un bicchiere è bruttura.
CIoè ma ci si rende conto di quanto impoveriscono la scrittura tutti sti commenti?
 non nego che le regole siano importanti, ma la sistassi di un testo sarà difficilissimo farla perfetta perchè il comprendere lo stesso significato di sintassi è difficile e chi scrive  spesso non è un fisico nucleare della scrittura.
 Ad esempio voi lo sapevate che la sintassi suddivide  una frase facendo una spiegazione lunghissima solo per dire un cocnetto spicciolissimo?
Per capirlo leggendo 2 misere pagine di libro di sintassi mi ci sono voluti  2 libri di gramamtica e 2 vocabolari.
Vi sembra ridicolo?
Ora vi spiego un pochino come funziona la sintassi
 Se io scrivo: Michele incontra lucia, alle 17:00 e vanno a mangiare una pizza con luca alle 20:00

Michele è il soggetto
 fa l'azione di incontrare lucia  in un determianto lasso di tempo (le ore  17:00)
 vanno a  mangiare la pizza è un altra azione
L'incontro con luca è un altra azione ad un altro orario di tempo determianto (le ore  20:00)
Questo comporta anche che esiste un lasso di tempo non  indefinito (che va dalle ore 17:00 alle ore 20:00)
 Fino a qui il significato della frase è chiaro
 ma c'è anche il fattore tempo come dicevamo.
Se io  però scrivessi: la frase nella seguente maniera:  Michele incontra lucia e con luca vanno a mangiare una pizza
Come potete  notare la frase  è più abbreviata, ha meno impatto e sembra più velcoe.
 Ma perchè?
Perchè non c'è il fattore azione e il fattore tempo coem invece nelal prima frase.

In pratica la sintassi ti dice: guarda che se aggiungi dati elementi la frase risulta più lunga e da più la sensazione dello scorrere del tempo, da più senso di distanza, mentre se non gli aggiungi risulta più sbrigativa e apesso meno tediosa e più chiara.

Insomma se leggevo un libro di fisica nucleare ( Cosa che ho fatto leggendomi   un libro di fisica quantistica materia strettamente legata al nucleare)  le spiegazionie rano molto più semplicistiche  e chiare.
Chi scrive non è n fisico nucleare della scrittura lo ripeto.


 Non dico che comporre bene una frase,evitando ovvietà  e  composizioni agramamticali  sia sbagliato, questi sono gli elementi base per scirvere ma la scrittura necessita di azioni, necessita di descrizioni, necessita di  Tempo per narrare e per far Vivere pienamente il personaggio e farlo crescere.
Per la scrittura dei modernisti tutte queste sono... E scusatemi il termine.. DELLE PATACCATE..
Ebbene signori lettori non lo sono affatto, sono IL LIBRO quelle pataccate SONO L'ESPRESSIONE DEL TESTO.
E non mi si venga a dire la solita PATETICA Frasetta  AH MA SE DEVO LEGGERMI UN LIBRO PALLOSO PIENO DI DESCRIZIONI  MI VEDO UN FILM.
Perchè è un discorso del cazzo che indica che semplicemente Non Amate i Libri e Non amate la lettura.
Ma  sorpattutto per voi la scrittura è Una mera cretinata che significa buttar due ovvie parole su sun foglio come se fosse merda e unicamente per far scenetta e far soldi.
Tutto questo ripeto francamente mi ha schifato e mi sono ritrovata a cercare di più e a cercare uno spirito della scrittura che ormai è andato perduto.
Le regole sono importanti certo ma sono anche marginali. Un errore grammaticale si corregge, se non hai  una scritura agrammaticale ma comprensibile ed eficace, le piccole pecche si possono risolvere  ma se non sai scrivere una storia con una struttura efficente, con una ricchezza interiore Allora  semplicemente Non Vali Niente e quel che Scrivi Non vale un accidente.
Io sono arrivata a capire questo concetto e tutt'ora a rifletto su quanto il meccanismo narrativo possa dare e su quanto il personaggio in se possa essere vivo, anche se per il lettore fa cose incomprensibili o illogiche.
L'essere umano è illogico di suo ma nella realtà non ce ne accorgiamo, nello scritto si, è tutta qui la differenza.
In questo anno sto riscoprendo tutto questo e per me è una vera  ventata di vita nel  buio che è la mia realtà.
Invito tutti a riflettere su questo argomento,  e io mi ritiro con il mio umile quesito.
Cosa è davvero una storia? Cosa può e sa dare ad un potenziale lettore?