venerdì 18 gennaio 2013

Di Fantasia e Narrativa - Di Libri e Idee

Carisimi lettori sono una TONTA!
Credevo di avervi lasciato un post di Augurio Natalizio, invece pare proprio me ne sia dimenticata! 
Sono davvero svampita! Scusatemi.

Dopo questi doverosi preamboli mi  rivolgo dunque al tema che tratterò in questo mio "articolo" definiamolo così anche se  la definizione non è propriamente corretta.
Il tema è affascinante ma complicato. Francamente lo ritengo pure  originale dato che vaglia un aspetto della narrativa di cui non sento spesso parlare, ovvero, la correlazione tra fantasia-Narrativa-Idea-Libro.
Il tema è interessante e permette di riuscire a vedere  diversi aspetti della questione.
Tutto parte da questo ragionamento, Leggo unb libro= Immagino= mi vengono idee= creo una narrativa. (N.B: Quel creo narrativa non è un termine esplicativo adatto. Purtroppo lo utilizzo in quanto spesso, una "storia" o "fantasticheria" come chiamar si voglia, funge da una specie di narrazione mentale. Non è scrittura, quindi il termine è sbagliatissimo, ma per inquadrare il concetto che voglio esprimere, purtroppo non riesco a trovare termine più appropriato.)
Facciamo un pochino di chiarezza.
Come dicevo quando leggiamo attiviamo un particolare processo immaginativo che ci spinge ad elaborare idee. Queste idee hanno forme e connotazioni diverse; ad alcuni viene voglia di svilupparle  e questo porta alla creazione di racconti.
La maniera più semplice e infantile di fare Narrativa è questa.  Tutto parte da qui da un idea " di voler sfogare la creatività" dal spesso, voler provare la sensazione dello scrivere.
Un analisi così semplice però porta anche a fattori ben più complessi. Scrivere, Leggere, Immaginare, sono argomenti a se stanti ma ognuno di loro ha un sottile filo che lo collega agli altri.
Ed è proprio questo filo la cosa più  incredibile. Questa correlazione che ci spinge  ad AMARE la scrittura e la lettura.
Per far capire meglio dunque troviamo un metodo efficace. Partiamo dall'immaginazione.
Immaginare è un processo della mente che parte nell'emisfero della nostra mente dedicato a questa funzione. Il potenziale di questa piccola parte del cervello è pressochè illimitata; la limitazione la mettiamo noi perchè purtroppo siamo incapaci di andare oltre all'utilizzo del 20% del potenziale della nostra mente; però quel 20% è già da solo in grado di creare effetti incredbili; quindi creiamo con esso immagini mentali, storie, formuliamo paure e ragioniamo.
Dall'utilizzo e dai risultati del nostro ragionamento, della nsotra imamginazione, nascono le idee che volendo si possono usare in scrittura.
Io personalmente trovo questo particolare meraviglioso già da solo, però bisogna collegarlo con gli altri punti della questione.
Ora dunque abbiamo  UN IDEA ma da sola non basta bisgona formularla, progettarla e infine metterci le mani e creare.
Dunque iniziamo con il nostro foglio di carta e la penna, la nostra mente; e buttiamo giù le  idee. Facendo questa operazione capiamo però che su alcuni argomenti dobbiamo informarci prima; quindi prendiamo nuovi libri.
Li leggiamo  e assaporiamo le parole che contengono e da questi nasocno nuove idee per il nostro "progetto"
Ideee che porteranno sviluppi che cambiaeranno quanto già detto e fatto in precendenza o che cif aranno riniziare tutto da capo.
Infine ci mettiamo le parole e la mano che scorre sul foglio creando un mondo che a mano a mano che lo descriviamo in egual modo lo immaginiamo.
Questa parte del lavoro è la più realizzante ed espressiva, ma anche la più complessa. Bisogna prestar attenzione CHE LA NOSTRA IDEA SIA ORIGINALE E NON IL CLONE DI UN ROMANZO DI TROPPO E DISCUSSO SUCCESSO 
Ma un altra cosa da fare è imparare ad osservare e giostrarsi nello scrivere.
Questi processi, che confesso sono più che altro svolti inconsciamente, se analizzati a mia opinione si rivelano  qualcosa di mirabolante; la correlazione tra questi diversi e variegati fattori (sopra riportati) fa capire quanto poco basti e quanto gioco ci sia nella narrativa, quanto piacere possa trarre dalla lettura.
Credo insomma che valga la pena pensarci e saper apprezzare il momento ma anche saperlo sfruttare.