venerdì 24 febbraio 2012

Non insultiamo l'arte della Scrittura.

Sono incazzata....decisamente  disgustata.
Ieri sera capito in rete a leggere un articolo di scrittura; sono tutte verità quelle che vengono dette ma appunto in quanto verità ineluttabili, fanno schifire e disgustare e quindi sono un offesa all'arte dello scrivere.
NON INSULTIAMO LA SCRITTURA!
Per inciso quell'articolo parlava di editoria, consigliando i giovani autori a scrivere roba mediocre, seguire solamente la moda all'ultimo grido, essere raccomandati e  leccare il culo degli editori che dato che di fantasy e anche di altri generi ne sanno poco pensano  che: " se è simile al libro tal dei tali sui vampiretti o sui maghetti di turno" si vende con certezza perchè tanto ci sono dei cerebrolesi che lo comprano, quindi copiate a manetta il più possibile, infischiatevene delle regole, e scrivete roba mediocre se volete vedere il vostro testo pubblicato.
Tutte verità, la vediamo ogni giorno nelle nostre librerie la cosidetta Commerciabilità delle mode di turno.
Sarò schietta e senza veli mandando al diavolo pure la cosidetta educazione.
Se dovete scrivere per fare CAZZATE simili Rinunicate a predere mano ad una penna o alla tastiera del pc. Non perdete tempo inutilmente a creare PORCHERIA  inutile e senza il minimo senso estetico per la narrativa.
SCRIVERE NON E NE UNA MODA NE UN GIOCO! E una questione di impegno, costanza e studio.
Forse gli editori si comportano anche come afferma quell'articolo scabroso ma, incitare a comportamenti del genere i giovani aspiranti autori è un offesa per la narrativa e per chi la fa seriamente.
Se certi comportamenti esistono sta a noi "potenziali scrittori" mettere  "il presunto editore che ragiona così" nella posizione di dover valutare davvero un testo  guardando al lessico, al valore del testo, alla forma, alla metrica, al ritmo, alla sua armonia. Impedendogli di fare il presunto paragone "ah se è come Harry Potter e Twilight allora si vende sicuro"
La narrativa è un impegno serio e anche deleterio a volte; è intollerabile che circolino certi modi di pensare. Non insultiamo una pratica nobile quanto la scrittura con volgarità come la commerciabilità. Un testo si apprezza per il suo valore non per la sua mediocrità alla moda.
Non avete il libretto pubblicato dalla mega casa erditrice tal dei tali perchè non è minkione , vampiroso ecc. ecc.? Beh... SIATENE ORGOGLIOSI meglio non vederlo pubblicato che ne sapere che un testo di valore è considerato alla stregua di libri mediocri e privi di  tutto ciò che fa la narrativa davvero tale.
Pubblicare un libro è una cosa che rende orgogliosi sicuramente,  da una certa notorietà ecc. ecc. Chiunque scriva sogna di vedere un libro pubblicato ma se per questo bisogna rinunciare al valore del testo, a sentire che il presunto  scopiazzamento di tutto il testo altrui è legittimato, che un editore guarda  solo al fottuto lucro, meglio restare nell'anonimato.
Scrivere è impegno non finirò mai di dirlo, io non sono certo un eccellente scrittrice anzi, nel mio piccolo mi considero solo mediocre; ma in quanto anonima mediocre, mi fa letteramente incazzare il sapere che  il vero amore per la narrativa viene soppresso  da una porcheria come il lucro, come la commerciabilità del cazzo di testo minkione.
Non è accettabile. Un appassionato di scrittura come me passa giorni a rileggersi il testo, a studiare, fare ricerche, correggerlo, per ricavarne qualcosa di buono che sia gradevole per chi lo legge,  invece un editore "un professionsita del settore, mi si viene a dire : Guarda solo alla mediocrità e allo scopiazzamento generale?"
Beh lo ritengo un insulto alla pratica della scrittura, come ritengo un insulto il fatto che si scrivano solo mediocrità alla moda e che vengano pure messe in risalto.
Io scrivo perchè amo scrivere, mi impegno tanto perchè amo profondamente questa materia ampia e incredible. Come me, tante  altre persone si impegnano a fondo e mettono il cuore in quel che fanno. Questa è scrittura non il resto. Io leggo un testo guardando a tutti i vari punti della narrazione, non alla cretinata alla moda, come me chi ama  scrivere fa uguale altrimenti la letteratura classica non sarebbe considerata l'orgoglio della letteratura.
Quindi, Evitiamo di prendere per i fondelli chi  vuol fare narrativa veramente e sopratutto evitiamo di insultarla la scrittura. Di insultare  chi mette l'anima in quel che fa.
Mi ripeto; Non lo tollero! Se editori o autori che seguono la moda di turno credono che scrivere sia solo far soldi, non sono degni del mestiere che fanno.
Personalmente voglio in parte rifiutarmi categoricamente di sapere che c'è solo sto lerciume nel mondo editoriale e sperare che  chi fa questo mestiere abbia almeno un minimo di buon gusto.
Ma qual'ora certe voci fossero vere si ravvedano, perchè è davvero disgustosa sta realtà e toglie alle persone il vero piacere di leggere.
Fino ai primi del 500 l'Italia era il paese numero 1 per la qualità della scrittura, poi causa inquisizione e sottoquestioni varie, l'Italia decadde dal palcoscenico della scrittura. Il vero boss divenne l'Inghilterra dove il romanzo si sviluppò creando un nuovo grande genere di qualità. Nell'800 l'Italia si riscattò un poco con l'opera del Manzoni, poi  di nuovo Oblio.
Ho detto ciò per far capire che l'Italia ha molto potere narrativo da sviluppare, quindi utilizziamo la testa se proprio dobbiamo scrivere e pubblicare, non la moda di turno.
La scrittura apre le porte di un mondo così vasto e profondo, che mai si riuscirebbe ad immaginare. Supera la più incredibile delle immaginazioni.
Sviluppate la scrittura tenedo  a mente questo concetto, IMPEGNATEVI,  e se vedete, casomai esistessero veramente, Editori che guardano alla minkiata di turno magari deridendovi, metteteli di fronte alla storia e alla qualità della vera narrativa di scrittori come  Tolstoj, Andersen, Manzoni, La Austen e tanti altri. Loro facevano narrativa, non la moda di turno. Vi bocciano il testo? Uscitene comunque orgogliosi. Voi avete fatto narrativa vera e avete comunque internet per farla conoscere.
Con questo concludo.  Tutto questo "papiro" non è un intenzione di offesa verso l'editoria che a modo suo deve anche pensare a tirare avanti, quanto al concetto stesso del " copia e sarai pubblicato".
Mi spiace qual'ora qualcuno si sia  ritenuto offeso dall'articolo ma per mio personale parere la narrativa è un impegno sacrosanto che amplia le consocenze e migliora noi stessi.
Chi approva e consiglia il copiaggio di testi altrui, offende solo chi si applica veramente nello scrivere.



giovedì 2 febbraio 2012

Costruire una storia

Più leggo e più mi accorgo che di cose da sapere ne ho ancora una mucchia in fatto di scrittura.
Amo questo argomento , ma haimè la mole di cose da conoscere è veramente alta.
Quando creo un racconto mi impegno al massimo, cerco di valutare tute le opzioni e di pensare sopratutto al mondo e  alle esigenze dei miei personaggi.
Quando leggo guide per narratori invece, mi pare sempre di non aver seguito nessun dettame di "esperti del settore".
Loro sostengono che i loro sono consigli e che poi ognuno deve agire come meglio crede. Giustissimo ma anche un bel problema per chi scrive, soprattutto per chi come me di lettori che commentano ne ha pochi.
Non ho voglia di tornare di nuovo sul discorso del "è carino", il mio vero problema è capire fondalmentalmente l'errore nel testo.
La gramamtica non va? La struttura della storia è sbagliata? La dinamica degli eventi deraglia?
Mai una risposta vera alle seguenti domande.
So che  quando si legge nemmeno si presta occhio a certi dettagli ma chi scrive invece ci presta un attenzione  quasi maniacale e il capire dove sta il pelo nell'uovo è di fondamentale importanza.
La faccenda è complicata. Molti scrittori sostengono che non bisogna mai affrotnare grandi temi, perchè poi non si arriva a nulla di soddisfacente.
Questo a mia opinione è il classico dilemma che porta alle domande sopra citate. Dove sta l'errore dunque?
I valori se uno li affronta in un racconto sono molto ambivalenti, per ognuno sono diversi non c'è un opnione generale, ma affrotnarli in un testo e renderne la grandezza non può far altro che accentuarne il valore in questione, tutto sta a come si costruisce il racconto.
E la struttura della storia a fare la differenza, la bilancia e la metrica con cui si affonta l'argomento.
Il saper rendere una  determinata visione di qualcosa per la maggioranza può sembrare un errore appunto perchè è la tua visione e non quella globale.
Niente da dire, è giustisimo ma bisogna anche tener conto che, non esiste una versione globale per nessun tipo di argomento.
Vedete la costruzione di un raconto quanto può essere complessa?
Sicuramente no. Colpa anche mia che non vi sto offrendo un appiglio per capire, passando da un punto ad un'altro.
Mi spiego meglio dunque.  la narrativa come ho scritto in un mio precedente articolo è una scienza. Un'alchimia della costruzione.
E come fare un puzzle solo più complesso. Un unione di calcolo delle emozioni, distribuzione del peso e del trovare il punto giusto dove mettere le idee sviluppate.
Tutto questo agglomerato deve poi fornire una struttura solida in cui la tua storia si può svolgere.
Da questo punto però nascono anche tutti i problemi piccoli e grandi della narrazione.
Infatti bisogna prestar occhio a non deragliare dal discorso, al non fare in modo che tutti i personaggi parlino uguale a dare un realismo alla storia e al luogo in cui si svolge, a non fare piazzate o a creare dei in terra come personaggi.
C'è davvero molto su cui lavorare e a risultato finito non si sa mai che pensare di quel testo. Magari tempo dopo, ti leggi una qualche guida per aspiranti narratori e ti sorgono un milione di domande.
Un bel dilemma davvero. Inevitabilemnte mi porta poi a ragionare anche su altri temi affini al discorso come l'originalità dell'idea, il modo di esprimersi, stile, metrica, sisntasi e tanti altri argomenti.
Sopratutto inizi e finali. Due questioni di grande importanza in un testo scritto.
Mai dunque sottovalutare La costruzione narrativa. Il problema come dicevo un po' sopra non sta nel non saper esprimere grandi idee o nel darne una versione universale quando il saperne dare una visione corretta che faccia porre domande e mettere in mostra un volto differente sia  che si parli del grande valore che del paio di calzini che uno si mette la mattina.
L'espressione in pratica.
Questa è la mia opinione personale. Concordo con quasi tutto quello che si dice sulla costruzione di un romanzo ma, credo che anche  il fattore del darne un esposizione bella e intrigante sia doveroso da ricordare.
Inoltre un ultimo punto da  tener conto è il sentimento con cui il testo è scritto. Un mondo ben costruito è anche  sentimento. Tutti i personaggi sono vivi e vivono la loro vita in quel mondo che tu crei per loro, quindi bisogna necessariamente dargli un mondo stabile.