Recentemente rifletto sulla mia scrittura.
Ho scoperto molte lacune e una brutta tendenza al buonismo, in pratica le storie si riducono a semplici favole.
Costruite certo, ben ambientate ma mancano di una nota decisa.
Così mi sono decisa a dare una svolta alla mia narrazione.
Come ho fatto?
Semplice mi sono limitata ad ascoltare, osservare ciò che avevo attorno. E' stato utilissimo e oltre al piacere di scoprire dettagli fino ad ora ignorati, dei luoghi che solitamente frequento; mi ha aiutato a capire che quello che mancava alle mie storie era la casualità.
Tutto fino a poco tempo fa si svolgeva esattamente come lo ideavo neile mie storie, non ci avevo fatto caso ma poi me ne sono accorta, così ho iniziato a riflettere su come poter eliminare quelle ovvietà che spesso si presentano nella mia narrazione.
E' difficile e alcune volte tremendamente irritante e questo perchè non sai mai se quel pezzo del tuo racconto in cui metti l'anima e il cuore agli altri sembrerà realistico.
A me è capitato, ho scritto la prima parte di un racconto con l'entusiasmo e sentendo l'emozione ad ogni azione che la mia protagonista compieva; ho riletto i pezzi decine di volte correggendoli e ricorreggendoli e il risultato che mi sono sentita dire è " Mah non mi sembra realista" da chiunque l'ha letto.
Quella volta ci rimasi male e così il seguito l'ho lasciato nell'agenda dove è stato scritto a mano; tuttavia questi commenti mi hanno dato anche la possibilità di riflettere.
I personaggi e il clima della storia davano l'idea di epico, stile film. Non era una storia semplice e la narrazione era veloce e ricca di eventi, forse troppo ricca.
In questo caso capisco che avevo messo troppo entusiasmo in quel racconto e per questo il clima instaurato non piaceva, un giorno forse la riscriverò ma non ne sono sicura anche perchè dati i caratteri dei personaggi e i loro ruoli all'interno del racconto di : giovane dai poteri sciamanici, cacciatore di vampiri e capo di un clan di vampiri, i caratteri non possono generare altro che una storia stile film epico.
Teniamo anche conto che fra i due nemici c'è una parentela e che amano la stessa ragazza e il risultato è che il tutto risulta un po fiabesco.
A me sembrava che la casualità fosse presente ma probabilmente il mio punto di vista quale autrice non è affatto imparziale.
Casualità; una sola parola che forma uno dei perni portanti di un racconto.
Quante domande, dubbi, blocchi narrativi causa questa parola; superarli non è facile e non si è mai certi del risultato, un po come giocare una partita alal roulet russa.
Impegnarsi, analizare, leggere e rileggere a volte aiuta, a volte ottiene un effetto contrario e decisamente negativo.
Scrivere è difficlie molto più di quanto si possa immaginare e non finirò mai di dirlo.
Ho letto diverse guide per aspiranti narratori con interesse e tutte dicono la medesima cosa
mai smettere di leggere la propria storia, mai smettere di rivederla.
Un consiglio che posso dare per evitare l'errore del troppo buonismo e della mancanza di casualità è quello di osservarsi attorno, guardare documentari, ispirarsi a luoghi esistenti.
Girare per la propria città, oservare i dettagli delle case, dei giardini; riportare ogni emozione provata poi, immaginare quei luoghi in contesti diversi e soffermarsi a riflettere di nuovo.
Aiuta molto o almeno a me ha aiutato.
Ancora ho molto da imparare però, veramente molto e ogni giorno me ne rendo sempre più conto.
Non basta un foglio e una penna per scrivere.