domenica 8 marzo 2009

Dilemma realismo situazioni

Mentre scrivo mi soffermo spesso a pensare sul realismo di una data scena. Passo le ore a ragionarci curando ogni singolo dettaglio eppure alcune volte mi dicono la scena è irrealistica.

Ammetto che può esserlo ma se è stata concepita in quella maniera c'è pur una ragione no?

Non intendo difendere i cosidetti contenuti irrealisti ma spesso se ci soffermiamo ad osservare notiamo che molto della nostra vita quotidiana risulta paradossale.

Io propendo per l'idea come già ho detto differenti volte, del paradosso realista. Ovvero la classica scena che sembra assurda ma nel suo contesto ha un significato specifico.

Certo se leggo in un libro dove il classico comune essere umano,   viene gettato in un dirupo eppure riporta solo una sbucciatura al ginocchio storco il naso; ma alcune volte mi risulta anche divertente tutto sta a come si imposta quella data parte della storia.

Molti sostengono che per scrivere basta una penna ed un fogliio, che le ricerche mentre scriviamo sono inutili e che l'importante è solo l'idea e come la imposti.

Ebbene questo modo di pensare FA SCHIFO!  In un libro ogni cosa ha un suo significato e se viene presentata in un modo c'è una ragione precisa, al lettore sfugge ma l'autore prima di inserirla in quel contesto ci ha ragionato parecchio; un libro non è solo buttare giù due parole su un foglio evitando errori ortografici; è ricerca, cura nel dettaglio, immaginazione e sperimentazione, lettura, rilettura, correzzione per vedere se la frase fila e se ci sono errori, questa è scrittura, l'ortografia è importante ma il complesso di una narrazione piacevole da leggere lo è di più.

Lo dicono differenti guide per aspiranti narratori che non lesinano chi fa errori anzi lo ammoniscono ma al contempo invitano alla comprensione che dietro le parole scritte c'è molto di più.


Quì si giunge ad un punto importante di questa discussione e cioè quel molto di più, al che sta ad indicare che dietro ogni frase scritta si nasconde un concetto preciso assemblato in modo da fornire un idea di un luogo o di un evento; se in quel contesto c'è un inconguenza lo si nota subito e l'autore stesso se ne rende conto ma se quell'inconguenza esiste ha una sua spiegazione, l'immaginazione del lettore deve sviluppare il motivo per cui quell'incongruenza esiste, se poi a fine libro, non ha avuto ancora una spiegazione il lettore ha tutti i santi diritti di gridare che l'autore è un emerito babbeo ma prima della fine no.

Io la vedo così ma purtroppo mi rendo conto di essere l'unica a pensarlo, le persone che leggono sia che si tratti di libri, che di fumetti o riviste o altro se dopo due pagine trovano qualcosa che non li convince gridano allo scandalo e all'orrore.

Capisco che salti all'
occhio qualcosa che non ci piace ma se esiste torno a ripetere, non sempre è una disorganizzazione dell'autore spesso, tocca al lettore cogliere le sfumature.

E questo è un punto dolente purtroppo, viviamo in una società che si rifiuta di pensare, che si rifiuta di informarsi e ragionare, a cui piace da morire sparlare senza alcuna conoscenza dell'argomento, il tutto poi fomentato dal famoso movimento dei viviamo in una campana di vetro così siamo tutti più felici, del caro clan internet smsista delle bimbomikia, dallo pseudo giornalismo e da programmi televisivi che definire oscenità è dare loro un complimento; questo spiega il perchè di molti commenti affrettati.

Badate, so che la polemica c'è ma non è fatta ai fini dell'insulto quanto, ai fini di un ragionamento sensato, maturo e pertinente.

Si accusa il Giappone di volgarità, i manga e gli anime di Diseducazione eppure nessuno di questi "intelligenti (si fa per dire =__=")""  signori si è mai preso la briga di leggere una serie manga con i cosidetti controfiocchi e ci propinano i Grandi Fratelli dove è meglio non dire  per via di educazione, dove sembra di stare e sesso per la pubblicità di un cioccolatino o di un dentifricio.

Ammetto però che l'editoria dei manga ultimamente sta proponendo parecchi manga per così dire adatti al pubblico Harmony con  fumetti rosa di bassa lega e contenuto, ignorando opere  con un maggior impatto espressivo e intelligente; ma tralasciamo i dettagli di questa discussione che si protrarrebbe a lungo in quanto di cose da dire c'è ne sono fin troppe e, torniamo all'argomento pertinente di questo post che non è la polemica verso l'editoria dei libri quanto il giusto porsi domande sulla adeguata veridicità di una sequenza d'azione all'interno di un racconto.

Stavo parlando del molto di più in narrazione; ho già spiegato cosa sia quel molto di più ma non ho detto che queste incongruenze che avolte capitano possono essere punti strategici di una narrazione complessa.

Vi porto un esempio : In un racconto che sto scrivendo si parla di un mondo futuro dove, dopo una lunghissima guerra gli uomini vivono in condizioni disagiate.

Nel primo capitolo cito del fatto che gli esseri umani delle zone fredde (alaska, russia e simili) abitano in igloo nonostante vicino abbiamo delle verdeggianti foreste.

A tutti salta chiaro che l'incongruenza è il fatto che nonostante ci sia legna gli uomini usino il ghiaccio per farsi una casa e che poco distante ci sia una super lussuosa stazione ferroviaria; il fatto che sia stata notata mi fa un immenso piacere ma mi fa anche sorridere, vi domanderete il perchè, ebbene mi fa sorridere l'idea che nessuno si ponga la probabilità che in un futuro lontano il legno diventi talmente raro da essere appannaggio solo per i ricchi o per date classi sociali.

Siamo così abituati alla nostra idea di normalità che non ci viene alla mente che il futuro possa essere completamente differente da come viviamo noi.

Essendo lettrice accanita se leggessi di un paradosso come questo o magari più grande tipo che so astronavi e simili, strabuzzerei gli occhi come tutti ma, avendo anche una mentalità filosofista credo che mi soffermerei a immaginare su come si può essere giunti a quel punto.

Vedete chiaramente che il paradosso salta all'occhio ma se c'è impostazione e struttura risulta una fonte di immaginazione per il lettore.

 Io intendo questo con paradosso realista; ha una sua funzione, e tutto in un racconto deve avere una propria funzione ogni particolare immesso altrimenti, la storia non fila per il verso giusto.

Infatti molti autori di guide narrative dicono NON E L'AUTORE CHE SCRIVE E' IL PROTAGONISTA CHE VIVE LA SUA STORIA.

Dice tutto questa frase, è il protagonista che sceglie come agire gli autori devono costruirgli un mondo che regga ai suoi fabisogni anche se questi fabisogni rappresentano un anomalia alla nostra ottica di tutti i giorni.

In breve trovo che ci voglia più riflessione e immaginazione quando si legge un libro in modo da poterne apprezzare anche i lati nascosti. e ci vuole maggior metodicità e riflessione in scrittura.   

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