mercoledì 17 dicembre 2014

Merry Christmas 2014

Auguri di Buon Natale Lettori.
Auguri di Buon Anno.
Siate felici.
Godetevi l'atmosfera e i momenti con chi vi è caro.
Mangiate a Sazietà.
Sognate, sognate e sognate ancora;
senza stancarvi mai.
Perchè la realtà arriva,
Come una brusca bufera
e ci riporta alla macarba quotidianeità.
Quindi approfittate del momento e godetevi ogni sfumatura di queste feste meravigliose.
Buon Natalee!!
Merry Christmas a tutti!!


Materie Scientifiche e storiche .Peso o Fonte di Ispirazione?

Considerate questo articolo come quello di Novembre che mi sono Scordata di Scrivere.


Come considerate materie scientifiche e storiche?
Personalmente, sento sempre dire : Sono pesanti e Noiose!
Non ho mai considerato le materie di Scienza o Storia Noiose, pesanti a volte si ma noiose mai. In me  queste materie hanno sempre esordito fascino e spesso mi hanno anche ispirato.
Per questo motivo sono giunta alla conclusione che il fatto di vedere una materia  noiosa dipenda soprattutto  dall'ottica con cui la prendiamo.
Io considero sia la scienza che la storia porte di mondi meravigliosi. Alcuni sono un po' incomprensibili altri sono semplicemente belli, (Per un esempio vedete la storia egizia, io la trovo una civiltà  fantastica e a volte i vien da chiedermi  se provenissero tutti da mondi fantasy questi popoli?
Potete farvi quattro risate se volete ma la definizione la trovo davvero bella, ogni volta che leggo qualcosa di storia mi chiedo: Come era la vita veramente a quei tempi?
Che passioni avevano? Cosa leggevano? Come trascorrevano le giornate?
Perchè dunque le persone non riescono a capire le potenzialità di queste materie? Oltre alla cultura personale ci spalancano anche le porte dell'immaginazione.
Davvero non lo capisco..
L'unica csa sicura è che ormai l'amore e la passione intellettiva per approfondire la nsotra cultura e sognare ad occhi aperti è evaporata generando un rimbecillimento totale in cui se è grande fratello è intelligenza se invece è un libro di cultura è: una "porcata".
Eh si, in questa bella epoca  Intelligente i libri  vengono definiti così e in maniera assai più voglare mentre i cellularoni ( e mi si perdoni la volgarità) cazzi e giochini  della fregna  è il TOP.
Personalmente rimango allibita da questo tripudio di ingoranza collettiva e vorrei quindi invitare un attimo tutte  queste persone a riflettere su un paio di questioni
1
Il significato di leggere e conoscere perchè è solo grazie a queste due cose che la mente può evolversie soprattutto che noi sseri " civili" abbiamo messo su la nsotra cultura e società (non è stato il mega cazuto iphone con quello al limite ci battevano la carne nel passato e sicuramente    sarebbe stato un utilizzo più utile.)
2
Al fatto che pure una lettura scientifica può divenrie gioco e immaginazione.
 Proviasmo a pensare ad una cosa semplice comel'acqua.
Scienziati su scienziati studiano l'acqua; i batteri che vi si annidano, i virus, le molecole microscopiche, le particelle di gas che ci sono al suo interno e la sua capacità di congelare, ci rendiamo conto che è un vero universo alternativo in cui si può teorizzare, giocare, e sognare anche cose fantasy?
Basta saperne vedere le potenzialità e superare lo scoglio del " è stancante"
E vero leggere magari un libro di chimica può essere decisamente pesante e anche scarsamente comprensibile, ma vi sono aspetti in quella materia così incredibili e paradossali che sebbene realtà tangibile pare di trovarsi di fronte a quealcosa di allucinoggeno.
Ecco la meraviglia delle potenzialità di queste letture culturali è mostrata!
Non ci vuole molto basta saperla vedere.
Ora però a me la domanda; Perchè vi ostinate a non volerla percepire?

mercoledì 8 ottobre 2014

Dopo Un Periodo Di Riflessione

Mi sono presa un periodo di riflessione, dopo tutto quello che è successo e l'interruzione di un amicizia che consideravo seria mentre invece il contraente di questa amicizia mi considerava una sciocca.
La cosa mi ha ferito ma personalmente non mi ritrovo altro da dire sulla questione perchè so solo io quello che faccio, quello che studio, quel che mi impegno. Non lo sanno  Gli Altri.
Continuo a scrivere e studiare da sola questa materia interessante che è la scrittura, fidandomi dei pareri dei libri, del mio intelletto ( anche se i miei numerosi detrattori sono convinti non ne abbia) e del mio saper fare 1+1.
Sono stanca di presunti saccentoni che fanno tanto i SAPIENTI D'EGITTO mentre poi  ti vengono a dire che devi trarre ispirazione da libri altrui o seguire LA MODA DELL'EDITORIA DI TURNO.
Sono stanca vedere gente che più dimostri di essere informato più ti riserva insulti.
Ma soprattutto; ne ho i coglioni pieni di tutte ste cazzo di indecisioni su come fare o non fare qualcosa senza capire che esistono le sfumature. Tipo in scrittura; determinate azioni impossibili perchè considerate irreali diventano possibilissime in determinate circostanze,
Le metafore si usano in scrittura  rendono la narrazione interessante e così i sotterfugi.
Il lettore non è un  deficiente che deve avere tutta la pappa pronta deve anche seguire il filo della storia e capire come funziona quel mondo.
QUESTO E LEGGERE! E  se non lo capite Non sono IO La Deficiente Siete voi che Non avete minimamente voglia di leggere davvero un libro!
Se io creo una realtà differente da questa e con meccanismi differenti da  quelli di questa realtà non è che io scrivo cose SCONCLUSIONATE   che NON SI CAPISCONO.
E che quella realtà funziona così e leggendo dovreste immergervi e riuscire a figurarvela se solo sapeste essere lettori attenti.
 E ora di dire basta Alle  cretinate , ai presunti saccenti e a fare i pavoni  che in scrittura sti comportamenti da beota non servono ad un accidente .
La scrittura si fonda su regole di costruzione se quella costruzione regge le esigenze del testo allora uno può scrivere anche di un mondo con conigli dotati di ali che vestono con tutù rosa.
Ogni scrittore ha il proprio metodo di lavoro, la propria idea di narrativa e il proprio modo di fare, nessuno vi autorizza a  demolirlo o dargli del demente.
La brutta scrittura si vede e la buona scrittura anche ma c'è da chiedersi a sto punto meglio una brutta scrittura innovativa che può migliorare con diverse riscritture, oppure una scrittura  bella e preconfezionata millemilionesima copia di twilight o altri libri ?
FATEVI UNA RIFLESSIONE! SOPRATTUTTO VOI SACCENTI DELLE MIE BRAME!
Io continuo a scrivere, leggere e migliorare con i miei metodi e con i miei studi!
Alla faccia vostra e dei vostri insulti di merda!

venerdì 5 settembre 2014

Riflettere sulla scrittura

Salve a tutti e rieccomi a voi.
In questo articolo ho deciso di soffermarmi su una riflessione sulla scrittura.
Sono certa di sentirvi già dire " Beh non è la prima volta che rifletti sulla scrittura" e in effetti è vero, solo che questa volta per me è diverso.
Da mesi sono senza ispirazione e  sempre da mesi avverto la mediocrità di quel che scrivo.
Tutto è iniziato dopo la lettura di A Volte La Magia Funziona di Terry Brooks. Decisa a migliorare ho provato il suo metodo di lavoro, notando su quante splendide sfaccettature della storia ci si riesce a soffermare; al contempo però ho constatato quanto facilmente si perde lo "spirito" della narrazione.
A seguito sono subentrati numerosi problemi della mia vita reale e mi sono resa conto che mi manca qualcosa...
Amo le mie storie, amo quel che mi sanno mostrare e amo anche la progettazione di quelle storie, sebbene provi una incredibile irritazione nel perdere il filo spirituale della storia.
Ultimamente mi è stato detto:La pecca delle tue storie sono i dialoghi  e le reazioni irrealistiche.
Mi sono soffermata a pensare a questo, ho osservato e provato anche a descrivere quel che facevano le persone per strada come mi è stato consigliato e ho notato ulteriore irrealtà.
Mi hanno pure detto " scrivi secondo la moda conforme di turno" su un forum e dopo questo l'ho abbandonato di botto...
La scrittura non è una moda prestabilita; sapete come la penso e sapete anche che detesto il preconfezionato in narrativa, la narrativa classica è la scuola migliore, Fabio Volo, Moccia  l'autrice di twilight per me sono eresia allo stato puro.
Tutte queste cose mi hanno messo in crisi e fatto passare la voglia e l'ispirazione per scrivere e soprattutto immaginare!
Cos'è la scrittura?
Perchè mi è stato detto che tutto quello che ho imparato in anni è tutto sbagliato e devo dimenticarlo?
Perchè una reazione umana  in un testo è detta irreale mentre quando la si vede dal vero, la si accetta a priori.
In grammatica ci sono regole e quelle regole devono essere modificate per la moda dell'editoria di turno perchè?
Perchè guide e guide dicono impara questo, quest'altro e quest''altro ancora e quando provi a parlarne ti saltano fuori con roba tutta diversa e manco ti spiegano quel che ti interessa sapere anzi vieni trattato da demente come se fossi un essere inferiore...
Anzi spesso dicono che quel che hai imparato son tutte cazzate quando invece son scritte su guide e guide di scrittura.
Provo un profondo vuoto, vorrei una verità che mi permetta di creare serenamente, voglio riuscire a creare un mondo e una storia meravigliose per chi legge.. Invece non mi sento di aver ottenuto risultati e anzi noto che più impegno metto più ci sono detrattori.
Le critiche sono utili ne convengo, le accetto e mi spingono a riflettere ma quando mi si dice " ah dimentica tutto quello che hai imparato come se tutte le nozioni di guide fossero false e l'imposizione del metodo di scrittura tua sia il solo corretto non lo accetto e nemmeno lo capisco.
Ho un amica di internet che mi ha detto di aver vinto un concorso di scrittura e lei mi ha fatto notare questa cosa dell'irrealismo dei mie personaggi nelle reazioni, mi ha  dato ottimi consigli su come esercitarmi a vedere comportamenti delle persone.. come già detto ho provato e notato comportamenti 10 volte più irrealistici di quelli da me creati.
 Tipo; ora sono al lavoro e ho un collega che parla al cell e fa avanti e indietro per i corridoi alternando risate a ragionamenti seri.
Da un punto di vista è una cosa normalissima , dall'altra no!  E totalmente irragionevole camminare avanti e indietro  mentre si discute al cellulare.
E un modo di fare perchè l'essere umano è imprevedibile, ogni persona ha  determinati comportamenti maturati in base alle proprie esperienze, allora perchè ci devono essere modi di fare prestabiliti e non si accetta appunto l'unicità di quel modo di fare?
Perchè non  ci si può addentrare in un mondo fantasy e semplicemente accettarne pregi, difetti ed eccessi?
Scrivere è un percorso e leggere è un viaggio in un mondo alternativo, ma il mondo deve avere un senso e il viaggio anche lo sappiamo tutti.
Vedere troppi dettagli di un mondo ti fa perdere di vista il mondo stesso e non soffermarsi a progettarlo ma andare a caso ti fa perdere di vista ugualmente quel mondo.
Ti fai uno schema, ragioni al millimetro  su pro e contro, su le probabili reazioni più umane e pertinenti e non va bene, vai a caso e non va bene..
Allora? Come scrivere una storia?
Bisogna ragionare ma se ragioni e strutturi: ah perchè strutturi troppo.
Vai a caso: ah deragli.
Scrivi un preambolo che tutte le guide dicono necessario e indispensabile ai fini di comprendere contesti e situazioni e ti dicono: ah è sbagliato devi farlo entrando nella situazione stessa.
Non lo fai il preambolo :ah perchè non l'hai fatto non si capisce un cazzo è una storia senza capo ne coda.
Le guide dicono  gioca sulle situazioni, sui sotterfugi e sui doppi significati, usa retorica, metafore, descrivi senza esagerare ecc. ecc per rendere più interessante il racconto; ti sforzi di farloe invece salta fuori: ah perchè non va bene rende è errore di infodump, è errore di spiegone, è irrealista la storia.
Mi hanno detto che un introduzione di 3 righe è spiegone.. solo per accennare la situazione in quel dato contesto temporale....
Cerchi di usare un linguaggio il più possibile pertinente e non va bene troppo meccanico
scrivi a caso: ah perchè così non funziona correttamente il testo..
Ti inventi qualcosa ma ha è pieno di dettagli inutili ecc. ecc. ecc.
 Io francamente non so più che pensare, se qualcuno ha una chiave di lettura di tutto questo mi faccia un fischio..
Io sono basita, delusa e in quel che mi sforzo di scrivere ultimamente non vedo altro che bruttume che  viola qualsiasi tipo di regola e controregola che mi hanno citato.
Eppure le guide dicono  il contrario di quel  che mi viene detto in internet.. non so più che fare o che pensare....
L'unica cosa certa è che voglio scrivere una buona storia sotto tutti gli aspetti.

venerdì 11 luglio 2014

Alcuni pensieri letti su libri inerenti la scrittura

Durante i miei studi, che riprenderò con maggiore accanimento visto che ci sono persone convinte  che io non sappia un accidente di niente  nonostante studi  da sola scrittura creativa da ben 10 anni ; ho letto e annotato tantissimi concetti importanti  riguardo LA SCRITTURA.
Non sapendo che articolo proporre questo mese per voi che mi seguite, ho deciso di limitarmi a riportarvi alcuni dei seguenti concetti letti, lasciando a voi il piacere di un'adeguata valutazione.
Dicamo che è un immersione nel pensiero di dei grandi della scrittura.

Il primo di questi pensieri da me letti e annotati è di  Nadine Gordiner premio Nobel 1991

Noi passiamo la vita tentando di interpretare mediante  la parola i segni che ci provengono dalla società, dal mondo di cui facciamo parte. E in tal senso, in questa ineffabile e inestricabile partecipazione, che scrivere è sempre un esplorazione allo stesso tempo di sè e del mondo, dell'essere individuale e colelttivo.


Il secondo che vi riporto è di Roland Barthes l'ha scritto nel suo libro Il grado zero della scrittura che è una delle mie prossime letture)

Non basta sapere pensare o sapere parlare per  per sapere scrivere: la scrittura è un mondo a se.

Ancora Barthes

La scrittura è un linguaggio consolidato che vive in se stesso e non ha affatto il compito di affidare alla propria durata una sequela nobile, di approsimazioni, ma al contrario, di imporre, mediante l'umiltà e l'ombra dei suoi segni, l'immagine di una parola costruita assai prima di essere inventata.
 

  Dal libro Amata Scrittura

La punteggiatura è la visone grafica del ritmo, come le note sulla pagina musicale.

Il ritmo sta anche in quella geometria che lega i personaggi tra di loro.

La punteggiatura è essenziale in un testo ben ritmato.


Dal libro La Cultura del Ronanzo Volume  1

Pensiero di un autore chiamato Hurt:

Le storie sono narrazioni di cose che potevano accadere e sono accadute, le favole sono finzioni di cose che non potevano accadere, i romanzi sono simulazioni di cose che potevano accadere e non sono accadute.

Concetto itneressante dello studioso cinese Jin Shenghtan sempre da La cultura del romanzo

L'opposto creativo dello storico sta nel  manipolare gli eventi per mezzo della narrazione, mentre l'opposto creativo dello scrittore d'invenzione sta nell'escogitare eventi adatti alla narrazione.

Pensiero di Merlin Donald sempre da La Cultura del romanzo

L'Organizzazione della facoltà di immaginare, narrare e misurarsi con ipotesi contraffattuali è stato un passo per lo sviluppo della nostra specie.


Da libro Nel corso Del Testo

Quando si vede un film, si legge una poesi a o un romanzo, si ascolta un brano di musica, la qualità del percorso passionale su cui si viene condotti è la qualità del film, della poesia, del romanzo o del brano musicale. Il percorso passionale, o percorso emotivo, indotto nel fruitore è l'obbiettivo primario di un testo estetico, solo attraverso il successo del quale il testo potrà eventualmente raggiungere ulteriori obietttivi comunicativi - ed è una componente cruciale di qualsiasi testo che abbia componenti estetiche, ovvero che si ponga il problema di interessare il proprio pubblico.

 Beh questo  è quanto per ora^^ Ogni messaggio lo trovo molto profondo e ricco di inseganemnto . Buona lettura^^
Ricordo che io non ho nessun merito sui tali messaggi se non di averli riportati qui e consiglio di leggervi i libri anche se sono molto complicati, insegnano davvero tanto.   
Appnea riesco a tirar fuori le guide dal mio personale macello di libri  estrapolo altri pensieri itneressanti e ve li posto!
 Al prossimo articolo!^^      

 

mercoledì 18 giugno 2014

Costruzione

Una piccola intro sull'articoletto che state per leggere.
Non è un articolo attuale, l'ho postato nel 2013 nella mia personal page sezione Filosofia della scrittura.
Ora vi domanderete, Come mai ci posta un articolo stra vecchio questa? E come mai ci ripete in 3 righe la stessa identica parola che è osceno?
Alla prima  domanda rispondo con un Perchè l'articolo mi pare molto interessante e anche perchè, pur ammettendo che si tratta di vana gloria mia mi pare troppo bello per averlo scritto io e quindi voglio farvelo leggere.
Alla seconda domanda invece rispondo con un ehmm... Non mi venivano in mente altre parole .
Ok scherzi a parte; ammetto che è un errore quello della ripetizione e pure grave ma concedetemelo questa volta, anche perchè più che un articolo questa è una vera riflessione su una delle tante questioni della scrittura e come sapete bene , Scrivere è la mia vita!
Vi lascio all'articolo dunque . Buona lettura!^^

Oggi vorrei analizzare un tema molto importante per me; ovvero La Costruzione del Racconto.
Come tutti sappiamo una buona struttura è alla base per la riuscita di un racconto; deve essere efficace e permettere il dipanarsi degli eventi nelle loro sfumature ma soprattutto essere una base solida per il personaggio e riuscire a sopperire ai fabisogni che questo ha.
Personalmente sono estremamente affascinata dalla struttura e dal meccanismo stesso del racconto. Lo si può definire un mondo pieno di sfumature e arcani misteriosi in cui nulla è quello che sembra, ogni cosa ha una legge di sottofondo e i sotterfugi, le deviazioni, le postille sono all'ordine del secondo.
Mi sono addentrata in questo mondo da privata rimanendo affascinata dalla molteplicità degli argomenti trattati ma posso assicurarvi che c'è da diventare matti nel vero senso del termine.
Ai meno avvezzi nel settore (ovvero coloro che si scrivono per passione ma non si sono mai interessati ad approfondire la questione tecnica della costruzione) mi permetto di fare una piccola "Prewiev" di alcuni dei punti che Ipoteticamente e spesso anche praticamente un "Autore o Appassionato tale" dovrebbe tener conto durante la stesura della propria storia.

Innanzitutto bisogna tener conto della struttura del mondo
Poi dell'armonia tra storia e fabisogni del personaggio
Poi di avere una corretta sintassi
Una corretta prosa
Tenre occhio ai cambi di tempo durante la stesura
Di dare ad ogni personaggio un ottica differente
Di bilanciare gli eventi
Di costruire in maniera corretta i punti di rottura del racconto
Tenere conto della metrica
Tenere conto della poetica
Tenere conto della grammatica
Tenere conto dell'aspetto morfologico del racconto
Tenere conto del non deragliare
Tenere conto del rispetto per lo stile di narrazione
Tenere conto delle correlazioni tra eventi

E potrei continuare ancora MOLTO a lungo. A cosa serve tutto questo? Stando a chi scrive libri a creare un buon racconto; stando ai detrattori dell'idea non serve a un beneamato cazzo perchè nemmeno i professionisti si stanno a scervellare a tener conto di tutte questi fattori.
Personalmente ai fini teorici ritengo che: Sapere come funziona il meccanismo narrativo sia molto importante, ai fini pratici reputo sia una cosa che può aiutare marginalmente; Perchè? Semplicemente perchè La gran parte dei processi elencati avviene inconsciamente. In pratica nemmeno ci rendiamo conto di aver eseguito quel tale processo descritto.
Prendiamo un esempio direi base.
Tenere conto dei fabisogni del personaggio.
Quando si scrive un racconto viene propio di nostro il notare che quel personaggio ha bisogno di una data situazione. Se non ce ne accorgiamo subito basta rileggere il testo scritto dopo un periodo di pausa per notare che "Qualcosa" non torna o stona o addirittura deraglia.
Basta solo rileggere quel che si scrive.
Reputo che il problema maggiore nella costruzione di un testo sia appunto questo Rilettura-Riscrittura. Sono in pochi che fanno una rilettura o una riscrittura di un racconto.
Personalmente io ci perdo i mesi a rileggere, modificare, ragionare, informarmi nel dettaglio nella misera speranza, viste le mie scarse basi e tutti gli errori che perpetro di costruire una buona storia, invece c'è gente che non si cura ne si da la minima pena a guardare se la storia è davvero venuta bene.
Lo chiamano Orgoglio dello scrittore; Ne soffro pure io lo confesso perchè scrivere un racconto e rileggerlo notando che "la tua storia ti piace" da ababstanza euforismo, ma bisogna anche essere obbiettivi.
Un tipico esempio l'ho avuto tempo fa con un racconto. Per me era uno pseudo capolavoro ma un amico mi ha fatto notare " Ehiiii il bred and brekfast non è un albergo."
Infinitamente grata di quest'info >x< (l'ho immaginato un po' troppo simile ad un hotel xXD) Infinitamente disperata per la pirlata che ho fatto. Devo riscrivere e correggere alcuni pezzi piccoli e correlarli con i pezzi grandi, la domandina ora è come unire confort e ambiente casalingo senza nulla togliere ai fattori sorpresa, abitazione antica, segreti e misteri.
Ci sto ancora ragionando come una pirla (quale sono); Ma dato che voglio che questo racconto sia perfetto, non posso sottrarmi alla questione anzi devo cercare di creare l'arazzo perfetto.
Questa è chiamata la Dannazione dello scrittore per chi volesse saperlo . In pratica sono quei crucci che ti fanno girare le rotelline del cervello e dannare l'anima, ma diciamocelo e confessiamolo in tutta Onestà questo è anche il divertimento di uno scrittore.
Eh si bisogna essere autolesionisti e pure masochisti in questa passione. Tante volte mi capita di dire ad un personaggio "ma li mortacci tua! E adesso brutto disgraziato come vado avanti?"
Confesso che in primis mi arrabbio poi mi diverto . Scrivere è davvero un esperienza meravigliosa e costruire un racconto lo è ancora di più.
Tornando ad essere seri, quando si scrive è importante ragionare obbiettivamente e logicamente senza farsi trasportare troppo. A volte questo aiuta anche a dover fare meno riscritture del racconto anche se non diminuisce il numero di riletture.
Se si costruisce un racconto con una base solida e ci si mantiene nelle schematiche dei propri limiti imposti la narrazzione è più scorrevole anche se spesso e volentieri gli stessi personaggi ci rovinano il gioco cambiando totalmente le carte in tavola e costringendoci a riniziare da capo la progettazione del testo.
Come potete notare dalle mie parole la costruzione di una storia nei suoi dettagli fisici è davvero importante e si correla a tutte le altre questioni, stile , metrica, poetica ecc. ecc. ecc.
Ho ntoato che nel meccanismo del racconto non c'è una sola questione che non si collega ad un altra o crea un sotterfugio.
Tipo si dice sempre "non annunciare un fatto che sta per avvenire" solitamente questo è applicabile sempre ma in alcuni rari casi (tipo se il tuo personaggio è un veggente) non si può evitare "l'annunciazione" quindi bisogna creare una frase che si annunci ma allo stesso tempo attiri la curuiosità del lettore.
Altra cosa che non va fatta è utilizzare frasi fatte, giustissimo, ma capitano casi in cui non c'è altro da dire che una frase fatta e allora sta a chi scrive fare della frase fatta una cosa originale che magari manda in crisi l'altro personaggio.
Sottterfugi , vie di mezzo, aggiramenti dell'ostacolo, giochi d'astuzia, la scrittura è un vero labirinto appassionante, questo labirinto che vi sto mostrando è anche la costruzione di un testo.
Detto in parole semplici e moderniste Scrivere è un videogame di guerra o di esplorazione. Può succedere di tutto e in tutte le maniere. L'autore è il Dio del suo mondo, il padre del protagonista, il suo amico del cuore, il suo psicologo, il suo killer , il suo dottore, il suo detrattore e per finire il suo peggior nemico.
Quando si costruisce un racconto inevitabilmente si fa tutto questo, si ricrea una vita che procede per i conti suoi sorprendendoti e meravigliandoti ma questa vita ha anche bisogno di necessità, luoghi ideali in cui poter andare avanti, una personalità sua e unica.
Non è facile, non è solo divertimento ma credo rappresenti una spece di incantesimo, proprio per questo motivo,la costruzione è tutto e appunto per questo motivo ti fa sorgere tante di quelle domande da rompicapo che nemmeno Eistein saprebbe risolvere.
Trovo sia un processo molto lento e che va affrontato a gradi di pari passo con la storia, fissandosi all'inizio solo uno scheletro base con tutte le postille e tenedosi pronti a tutti i cambiamenti possibili e immaginabili e con essi a tutti i problemi dell'universo.

(Un edit per la versione blog di questo pensiero: Può anche capitare cari lettori di scoprire di non aver mai pensato AL RUOLO DEL PERSONAGGIO NELLA STORIA e lasciatemi dire una cosa su questa scoperta, vi farà vedere le infinite dimenticanze che avete fatto durante la stesura! Il brutto è che si incappa in un progetto costruttivo che ti mette di fronte ad ogni dettaglio del mondo e della storia inoltre ti obbliga a CREARNE ogni singola sfumatura per avere tutto in chiaro.)
Ma come già detto questo è il bello della costruzione, di questo gioco chiamato scrittura.
Analizzarlo è ben più complesso di quello che ho fatto e vorrei analizzarne ogni singolo dettaglio purtroppo però non ho l'esperienza accademica per farlo.
Cercherò di fare quel che posso proponendo alcuni dettagli che mi incuriosiscono da valiare, altro temo di non poter fare il che mi spiace molto dato che l'argomentazione è di indubbio interesse.

venerdì 9 maggio 2014

A Volte La Magia Funziona di Terry Brooks

Ho  appena finito di leggere questo libro di Terry Brooks e devo dire che mi è piaciuto molto.
E una Biografia dell'autore, in cui racconta  frammenti delle sue esperienze  di vita e lavorative e cita alcuni consigli sulla scrittura.
L'Ho apprezzato veramente tanto non solo perchè mi ha permesso di conoscere qualcosa della vita di colui che considero virtualmente " Il Mio Maestro" Dato che mi sono innamorata della Scrittura proprio grazie al romanzo La Spada di Shannara; ma anche perchè vi sono riportati quelli che considero dettami veramente importanti se uno vuole scrivere bene un romanzo.
Come ormai voi che mi seguite  da tempo sapete bene, leggo Guide Per Aspiranti Narratori da anni; eppure in tutto questo tempo ne ho trovate solo tre di  veramente valide.

Come Scrivere di un gruppo di Autori Vari
Amata Scrittura  di Dacia Maraini
Scirittura Crerativa Tutte le tecniche della narrazione  di Tommaso Bavaro

Questa sebbene non sia una " Guida" potrebbe considerarsi la quarta della lista  e questo per  due validi motivi.
 1) E che  ci mostra con consigli pratici e chiari che nel mondo della scrittura  non sono rose e fiori.
2) Che la Scrittura richiede una tecnica e un metodo lavorativo serio per poter far funzionare gli ingranaggi del nostro racconto perfettamente.

E questo se mi permettete è importantissimo. Non mi dilungherò oltre sugli aspetti interni del testo potete benisismo leggervi un ulteriore approfondimento sul mio nuovo blog Scrivere e Leggere Pensiero Perduto dove affronto alcuni degli insegnamenti presenti nel libro.
Vi avviso da subito che non tutti sono condivisibili al 100% alcuni li ho trovati discutibili, ma come sappiamo bene tutti ogni persona tende a dire "la propria opinione in merito ad un dato argomento e Terry Brooks fa uguale"; ma questo non è certo un punto detrattore del libro anzi semmai, aiuta ad ampliare la propria  visione della scrittura.
Francamente parlando come già detto nell'altro articolo  questo testo mi è stato davvero di aiuto facendomi notare errori basilari e spiegandomi cose che prima non sapevo.
Una cosa in particolare di cui sono veramente grata a questo testo è il fatto che mi abbia chiarito alla mente  l'intero meccanismo della narrazione.
Molte guide dicono: Il testo deve essere scritto secondo dato dettame e dato dettame ma, non chiariscono il significato preciso di quel che vuol dire quel "Dettame"; ad esempio quanto si dice: Quanto descrivete non fate la lista della spesa.
Terry Brooks nel suo libro lo spiega e fa pure degli eloquenti esempi; in modo da permetterci di capire a fondo il  processo.
Questo non è cosa da poco; anzi è una ricchezza inestimabile.
Un altra cosa bella di questo libro è la franchezza con cui l'autore ci parla,  leggendo sembra di  fare una chiacchierata con un " vecchio amico".
Terry Brooks non intende imporsi,  lui semplicemente dice  io faccio in questa maniera per questo e quest'altro motivo. Ci racconta la sua esperienza e le sue ragioni.
Francamente in tutte le guide lette tanta  franchezza non l'ho mai trovata. Ripeto mi è piaciuto e non ne faccio un mistero.
Vale assolutamente la pena leggerlo.

PS:

Scusate la lunga assenza ma tra una cosa e l'altra non sono più riuscita a trovare il tempo di postare nuovi articoli.
Alla prossima! ^^

mercoledì 19 febbraio 2014

Scrivere....

Ultimamente sto leggendo il primo volumetto della collana Scrivere uscita in edicola.
Il volume risulta interessante sebbene noti forse una tendenza al far valere la "propria" opinione su Come Scrivere.
Non sono ancora arrivata alla fine quindi non posso esprimermi in giudizi affrettatati ma devo ammettere che il volume cita alcune verità imprescindibili e intrascurabili quando si scrive.
La storia del Non Scrivere Un Finale che va "Taanto di Moda oggi" (notate l'eco sarcastico vi prego!)
Beh questa mi pare un mero insulto all'arte narrativa e alla sacrosanta regola che una storia se ha un principio deve avere pure un finale concreto.
Per me non c'è scappatoia gente; so che al giorno d'oggi per far soldi ci si arrampica sullo specchio con la solfa "ah scriverò la storiella più all'ultima moda, fashon, truzza, bimbaminkia, drammatica, romantica ecc. ecc. ecc. Mai esistita al mondo  e poi ne farò mille mila seguiti alla moda di beautiful." Ma per me, che la scrittura la amo davvero e che considero quei pochi autori classici che ho letto degli Dei della Narrativa; beh questa moda è una gran cavolata! (Avviso sto cercando di mantenermi educata, ne direi di peggio su sta moda.)
Se io scrivo il romanzo di caio, tizio e sempronio che sono andati al mercato e che tizio ha perso il portafoglio con tutti i soldi per fare la spesa e poi mi invento e costruisco tutti i passaggi della suddetta ricerca, la storia DEVE NECESSARIAMENTE IMPRESCINDIBILMENTE AVERE UN FINALE CONCRETO!!!!!
Non sono invogliata a leggere se il libro mi pianta in asso con sti tre babbei fermi in mezzo alla strada indecisi su che santo andare a pigliare per recuperare il maledetto portafoglio, anzi mi fa decisamente incazzare e credo che questo lo faccia a tutti quelli che amano leggere.
Quindi SI il seguito lo compro; ma francamente più che disposta a leggere con passione mi sento infuriata, infastidita e cinica al punto che alla minima cosa che mi stona sparo aspre critiche.
L'aver letto quel concetto in una guida per aspiranti narratori mi ha decisamente fatto brutto confesso, io amo veramente la scrittura e in primo luogo la considero una forma d'arte espressiva.
Un alchimia sapiente e calibrata. Ho condiviso con piacere quando la guida ha detto che la scrittura è un sapiente gioco di costruzione e ragionamento e che chi scrive non va "a casaccio"ma ragiona, si informa e giostra ogni azione con cura e metodo; ma quanto poi ha detto questa cosa del non finale; beh vi lascio immaginare la mia faccia da  "fanatica della scrittura". Mi sento decisamente di disapprovarla perchè il finale è una regola sacrosanta della narrativa non si può omettere per una mera QUESTIONE DI MERCATO o UNA MODA DEL CAVOLO SENZA CAPO NE CODA.
La narrativa ha regole che sono la base e vanno rispettate. Ogni storia è un arco narrativo. Un ciclo di tempo con un principio e una fine a se stante. Se voglio scrivere un seguito faccio un finale compiuto aperto, ma comunque un finale compiuto che dice al lettore "gente sta storia si conclude così" e poi casomai avviso del seguito  non faccio come molti libri della nuova moda fanno; con il personaggio in riva al porto che si domanda se la barca arriverà in orario o peggio con  un "si stava dirigendo al porto" PUNTO e come si dice in alcuni dialetti " a soreta se vedemmo prossimamente".
No! Un finale DECENTE CI DEVE ESSERE in un romanzo o in un racconto lo esige La NARRATIVA stessa. Non è tollerabile un libro senza finale, il colmo dell'idiozia.
Se volete scrivere ricordatevi sempre che la narrativa  impone un inizio e un finale compiuto, si possono tirare fuori tutti i cavilli dell'universo ma se vai a leggerti ogni  benedetto autore classico noti che il finale c'è ed è compiuto, chiude quel ciclo narrativo.
Puoi dire ad esempio:  Guardando il tramonto capì con chiarezza che da adesso in poi tutto era incerto ma quel viaggio  doveva compierlo per comprendere il motivo per cui suo padre aveva finto il suo stesso omicidio che in realtà era un suicidio.
E poi creare un seguito ma mai e ripeto, MAI!!!! Scrivere cose del tipo: Avevo capito mio padre aveva finto il suo omicidio.
E magari il personaggio è in mezzo ad un casino bestiale e non sa dove sbattere la testa...
Ste cose le fanno Gli scrittori di serie PEGGIO DI Z tanto da definire chi scrive HARMONY geni della letteratura e sapete che gli Harmony li odio a morte....
Quindi sta cosa non si può ne si deve fare.

Con questo chiudo l'argomento alla prossima

venerdì 17 gennaio 2014

Etica della Narrazione - Stile- Metrica - Poetica

Narrazione..Una parola complessa per molti.
Alcuni si chiedono cosa sia, altri la liquidano così: NARRAZIONE = L'Atto di narrare una storia.
Il significato è corretto e indubbio, ma la narrazione è anche di più.
E un connubio di diverse "Particelle" che si collegano tra loro.
Una storia parte da un idea ma questa idea è intrinseca di valori e di una morale rendere questi concetti fa parte dell'etica narrativa, a esse si collega uno stile narrativo che deve riuscire a catturare il lettore ovvero l'usufruitore della storia.
Ma un racconto non è composto solo da questo; un racconto ha una sua metrica narrativa. Cos'è la metrica narrativa? E il ritmo che mantiene la storia.
La metrica in genere fa parte della poetica tuttavia anche in prosa detiene un importanza significativa.
Per scorrere bene un racconto deve avere un uso ritmo e quindi la giusta cadenza delle frasi nel contesto scenico ha la sua importanza a questa viene poi unita la poietica che non è come in poesia; in prosa la poetica indica il descrivere un determinato luogo o un determinato avvenimento in maniera avvincente che riesca a far immaginare al lettore  tutte le sfumature di quel determinato e i sentimenti espressi in quel determinato arco narrativo.
Lo stile racchiude tutti questi concetti insieme; in pratica "Lo stile" è il metodo con cui scegli di scrivere il racconto seguendo adeguati canoni narrativi senza uscire dagli argini, a questo poi si unisce la tempistica ovvero il tempo in cui narri (Prima persona o terza persona ecc.)
L'Importante è che alla fine il racconto risulti scorrevole, fluido e che sappia irretire il lettore dal suo inizio fino alla sua fine.
E questo è in sintesi quello che ho "appreso" leggendo libri sull'argomento fino ad ora...Da qui sorgono le domande:

Come posso sapere se il mio stile narrativo è adatto alle esigenze del racconto?
Mi rendo conto della morale che ci metto dentro?
Descrivo con i dovuti carismi i momenti salienti e il mondo di sottofondo del mio testo narrativo?
Ho una buona metrica di narrazione?
La mia scrittura giostra bene sui vari momenti salienti e dettagli della narrazione?

Ma ci sono un infinità di altre domande oltre a queste. Purtroppo non è assolutamente possibile dare una risposta coerente e concisa; come sappiamo, nella scrittura sono fin troppe le variabili e le sfumature del caso; quel che invece si può dire con certezza assoluta è che la scrittura è un esperienza carica di valore e che riuscire a creare qualcosa di buono è una soddisfazione e una realizzazione personale.
Mi sono soffermata a lungo a pensare a queste  argomentazioni e sono giunta alla conclusione che alla fine quel che conta è conoscere il meccanismo narrativo e come girano i suoi ingranaggi, lo saperli far muovere  e olearli è poi qualcosa che dipende da una buona conoscenza di noi stessi e da una sana passione nel vivisezionare  il nostro racconto.
Anche una buona dose di sadismo nei confronti dei propri personaggi non fa male, rende la scrittura interessante.
Affrontare con umiltà la propria opera è però l'incisivo che può permettere ad un racconto di sbocciare in tutto il suo splendore e per far questo si ritorna come sempre al solito trito e ritrito concetto che cito ogni volta RILEGGERE, RISCRIVERE ALL'INFINITO!
Non è una perdita di tempo come sostengono molti "professionisti" è solo un atto d'amore nei confronti della propria storia al fine di renderla bella.
Credo che l'eccessivo lavoro sia anche quello che ha permesso ai romanzi della narrativa classica di essere la meraviglia che sono.