venerdì 17 gennaio 2014

Etica della Narrazione - Stile- Metrica - Poetica

Narrazione..Una parola complessa per molti.
Alcuni si chiedono cosa sia, altri la liquidano così: NARRAZIONE = L'Atto di narrare una storia.
Il significato è corretto e indubbio, ma la narrazione è anche di più.
E un connubio di diverse "Particelle" che si collegano tra loro.
Una storia parte da un idea ma questa idea è intrinseca di valori e di una morale rendere questi concetti fa parte dell'etica narrativa, a esse si collega uno stile narrativo che deve riuscire a catturare il lettore ovvero l'usufruitore della storia.
Ma un racconto non è composto solo da questo; un racconto ha una sua metrica narrativa. Cos'è la metrica narrativa? E il ritmo che mantiene la storia.
La metrica in genere fa parte della poetica tuttavia anche in prosa detiene un importanza significativa.
Per scorrere bene un racconto deve avere un uso ritmo e quindi la giusta cadenza delle frasi nel contesto scenico ha la sua importanza a questa viene poi unita la poietica che non è come in poesia; in prosa la poetica indica il descrivere un determinato luogo o un determinato avvenimento in maniera avvincente che riesca a far immaginare al lettore  tutte le sfumature di quel determinato e i sentimenti espressi in quel determinato arco narrativo.
Lo stile racchiude tutti questi concetti insieme; in pratica "Lo stile" è il metodo con cui scegli di scrivere il racconto seguendo adeguati canoni narrativi senza uscire dagli argini, a questo poi si unisce la tempistica ovvero il tempo in cui narri (Prima persona o terza persona ecc.)
L'Importante è che alla fine il racconto risulti scorrevole, fluido e che sappia irretire il lettore dal suo inizio fino alla sua fine.
E questo è in sintesi quello che ho "appreso" leggendo libri sull'argomento fino ad ora...Da qui sorgono le domande:

Come posso sapere se il mio stile narrativo è adatto alle esigenze del racconto?
Mi rendo conto della morale che ci metto dentro?
Descrivo con i dovuti carismi i momenti salienti e il mondo di sottofondo del mio testo narrativo?
Ho una buona metrica di narrazione?
La mia scrittura giostra bene sui vari momenti salienti e dettagli della narrazione?

Ma ci sono un infinità di altre domande oltre a queste. Purtroppo non è assolutamente possibile dare una risposta coerente e concisa; come sappiamo, nella scrittura sono fin troppe le variabili e le sfumature del caso; quel che invece si può dire con certezza assoluta è che la scrittura è un esperienza carica di valore e che riuscire a creare qualcosa di buono è una soddisfazione e una realizzazione personale.
Mi sono soffermata a lungo a pensare a queste  argomentazioni e sono giunta alla conclusione che alla fine quel che conta è conoscere il meccanismo narrativo e come girano i suoi ingranaggi, lo saperli far muovere  e olearli è poi qualcosa che dipende da una buona conoscenza di noi stessi e da una sana passione nel vivisezionare  il nostro racconto.
Anche una buona dose di sadismo nei confronti dei propri personaggi non fa male, rende la scrittura interessante.
Affrontare con umiltà la propria opera è però l'incisivo che può permettere ad un racconto di sbocciare in tutto il suo splendore e per far questo si ritorna come sempre al solito trito e ritrito concetto che cito ogni volta RILEGGERE, RISCRIVERE ALL'INFINITO!
Non è una perdita di tempo come sostengono molti "professionisti" è solo un atto d'amore nei confronti della propria storia al fine di renderla bella.
Credo che l'eccessivo lavoro sia anche quello che ha permesso ai romanzi della narrativa classica di essere la meraviglia che sono.