lunedì 23 dicembre 2013

Buone Feste!

Carisismi Utenti e Visitatori   mi ritrovo qui a farvi i consueti Auguri di Buon Natale e Buon Anno.
Auguro a tuti di passare delle belle feste serenamente e perdonate la mia lunga latitanza purtroppo il tempo da dedicare ai Blog è davvero poco.

Mi limito a queste poche parole purtroppo ultimamente la mia espressività ne risente molto di impegni e beghe eprdonatemi ancora e tanti Auguri di cuore

              BUONE FESTE!
 

venerdì 18 ottobre 2013

L'Importanza dell'immaginazione

Buongiorno. Dopo tanto rieccomi a proporvi per questo articolo un tema di  difficile impostazione. L'Importanza dell'Immaginazione.
Perchè è  importante immaginare? Che utilità ha l'immaginazione nella vita reale? A quali risultati ci porta l'immaginazione?
Queste sono tutte domande che da sempre mi pongo. Si denigra tanto la fantasia considerandola " Da Bambini" ma questo concetto è decisamente errato dovuto esclusivamente ad uno scarso approfondimento della materia in questione e ad una avventata capacità di giudizio.
Iniziamo dalle basi, Cosa vuol dire immaginare?
Immaginare è un atto;  compiuto dalla nostra mente per i più disparati scopi e con le più disparate funzioni. La nostra mente formula un pensiero e se quel pensiero comunica al resto del cervello qualcosa ad esso si aggiungono dettagli, quindi su quella costruzione  di pensiero o flash-back, si viene a creare un contorno. Ebbene immaginare non è altro che questo: Costruire qualcosa con il pensiero.
Ora vi siete mai domandati Quale utilità abbia nella vita l'immaginazione?
La nostra vita qualunque atto compiamo è partito da un atto immaginativo. Perchè dico questo?
Proviamo a pensarci insieme. Noi raccogliamo da terra una penna perchè la nostra testa ci da l'impulso " mi serve la penna per scrivere" Oppure; " Iniziamo a pensare a come possa essere una piantina di Geranio appena comprata, quando avrà i fiori" O ancora; "Compiamo un calcolo matematico e ci soffermiamo a ragionare su quanto faccia 1x5+4-1:2:24x61-1+824" Tutto questo è ragionamento ma è anche un atto immaginativo.
L'Immaginazione nasce dalla capacità di pensiero appunto e la sua utilità è proprio il pensiero e ciò che si ricava da esso.
Vi faccio un esempio;  Immaginate con me un possente cavaliere armato di tutto punto. Questo cavaliere attende un messo che gli porti dei documenti. Mentre attende, il cavaliere ha occasione di ammirare il paesaggio e di godere della quiete del luogo; dopo un attesa infinita lo vede arrivare e il messaggero gli consegna un foglio con le indicazioni che gli servono per raggiungere la meta della sua missione e ritrovare la corona perduta dal Re durante una battuta di caccia.

Mi auguro che abbiate con me fatto questo piccolo atto di immaginazione, perchè ora mi addentrerò sui suoi significati e utilità sebbene convenga con voi che come fantasticheria rende veramente poco, purtroppo non mi è venuto in mente nulla di più sensatamente intelligente e me ne scuso.
Prendiamo in analisi l'attesa del cavaliere tanto per iniziare; molti la considerano una mera cosa riducibile solo a FANTASIA invece la valenza ha anche un contesto reale.
Nella vita dobbiamo sempre attendere che succeda qualcosa e in quell'attesa abbiamo l'opportunità di dare fondo all'osservazione della realtà che ci circonda e alla riflessione.
Da queste due cose OSSERVAZIONE e RIFLESSIONE nascono tutte le più disparate attività del cervello atte a migliorare la nostra conoscenza del mondo, di noi stessi e a spingerci all'indagine verso argomenti che non conosciamo.
Esempio: sei dal veterinario con il tuo bassotto e vedi una razza di cane che non conosci. Chiedi alla padrona che razza è, poi una volta a casa cerchi notizie su quella razza canina in internet.
E tutto è partito da un atto osservativo; l'attesa quindi anche nei contesti fantasy può aiutarci e darci monito a sviluppare la nostra capacità di osservazione.
Il documento; il documento nell'esempio del cavaliere è l'unico oggetto veramente materiale. Sappiamo cosa contiene perchè ne abbiamo avuto indicazione ma nella realtà ci riporta alla mente la parola scritta e quante informazioni non sono nella nostra banca dati mentale, in pratica è un invito a informarsi e sviluppare la nostra curiosità.
La corona perduta del re è una chiara fantasia e niente più di essa ma anche questa è un invito ad avere curiosità.
Ora mi è venuto alla mente un esempio più efficace a chiarire il concetto di utilità dell'immaginazione nel mondo reale.

Immaginate un inventore che costruisce da solo un deltaplano utilizzando legno, stoffa e ferro e che poi vola in cielo.

Facendo adeguati studi voi stessi potreste riuscire a ricreare quel deltaplano immaginato e a fare lo steso volo. 
Capite ora? Tutto nella vita nasce dal pensiero e quindi da un atto di immaginazione.
Gli uomini preistorici lo hanno fatto per le palafitte e i grafiti sulle pareti delle caverne, tutto nasce da un atto d'immaginazione che hanno avuto, appunto per questo ha sempre la sua utilità immaginare.
Da qui si può già inizialmente capire quanto sia stupida la credenza che la fantasia sia roba da bambini.
In scrittura, se non hai immaginazione non combini nulla, in chimica, fisica, meccanica se non immagini e fai esperimenti non ottieni nulla.
La nostra vita si basa su atti d'immaginazione poi trasposti nelle realtà più disparate. E importante imparare a conoscerne le modalità a mia opinione e anche rifletterci su quanto sia utile sviluppare l'immaginazione nella giusta maniera perchè usare l'immaginazione senza farsi sopraffare da essa può anche aiutarci a vivere meglio.
Io vi lascio con queste parole, rifletteci e provate a fare riscontri con la vita. Personalmente credo che l'arte dell'immaginare sia un dono che abbiamo tutti e che in se racchiuda elementi veramente preziosi per la nostra continua crescita interiore.

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lunedì 19 agosto 2013

La Signora delle Camelie di Alexandrè Dumas figlio

Ho finito da poco questo libro comprato nella edizione Nweton and Compton a 99 centesimi, sulla copertina c'è scritto Edizione Integrale quindi mi attengo alla buona fede degli editori augurandomi che sia veramente completo il testo.
La storia è triste e parla dell'amore tra una "mantenuta" (ovvero una prostituta dell'alta società dell'800) e un giovane comune figlio di un borghese.
La narrazione scorre bene con un ritmo quasi delirante ma al  contempo risulta spessa e un po' pesante.
Si capiscono perfettamente stati d'animo e situazioni.
Le lettura può risultare stancante. Questo non so  se è dovuto alle scritte picole del testo oppure proprio alla storia in se, ma spesso nonostante sei affascinato, quando smeti di leggere ti senti decisamente stanco.
Tuttavia, è una lettura che vale la pena di fare poichè ti sa mostrare la ricchezza del lessico e del complesso narrativo con  cui uno dei tanti abili scrittori classici è riuscito a mettere in campo personaggi e situazioni.
Questo testo è una pietra miliare per chi vuole scrivere  a mia opinione, è uno scritto che lascia qualcosa e sa mostrare dettagliatamente tutto lo scenario del racconto, gli scritti moderni nemmeno lontanamente si avvicinano ad una costruzione narrativa tanto efficente e dettagliata anzi spesso risultano pure scialbi a confronto.
Davvero un buon testo che consiglio a tutti.

sabato 20 luglio 2013

Il Dialetto e La Lingua Italiana

Non ho le giuste competenze per parlarne lo ammetto; ma quest'argomento è qualche giorno che mi capita sottomano.
Un pomeriggio ascoltando la radio (Radio Rai 3 per gli interessati, Programma Fharenithe ) Si parlava del bisogno del multi linguismo nelle scuole e  dicevano appunto che è più importante imparare sapere magari due o 3 lingue estere piuttosto che ne imparare il dialetto.
Dopo quella mi sono capitate altre occasioni di trovarmi di fronte questa argomentazione. Lingua Ufficiale e Dialetti.
Sui dialetti c'è tanto da dire ma non posso permettermi troppe parole poichè io stressa conosco il dialetto per inerzia e tendo a  fare mistoni tra vari dialetti.
Si avete indovinato, non so il dialetto ma qui da me c'è gente che scrive libri interamente in dialetto.
La nostra lingua è molto ricca e muta forma di continuo, i dialetti invece credo che a modo loro rimangano più statici ma ne abbiamo molti e questo contribuisce ad arricchire la lingua ufficiale.
Personalmente credo che prima di lingue estere sia importante imparare il dialetto e le sue radici storiche, la morfologia e quando ne comprende la materia per poi passare all'italiano  dando un infarinata ed una visione di tutte le materie che lo compongono ed infine come ultima opzione passare alla lingua estera che spesso è  volentieri è meno ricca di terminologie e concetti.
Non sono una linguista questa è solo la mia opinione di IGNORANTE.
Stando alla trasmissione imparare più lingue avrebbe aiutato gli stranieri che vivono in italia e gli stessi italiani a comprendersi maggiormente e che quindi ritenevano più utile lo studio di lingue estere rispetto ai nostri Dialetti.
Capisco l'utilità di un operazione del genere ma trovo decisamente poco logico evitare di conoscere i  vari Dialetti.
Siamo in Italia e la cosa primaria dev'essere sapere come funziona la nostra lingua al millimetro, come è nata, che termini si usavano un tempo, quai e quante parole ha il dialetto. L'imparare una lingna estera deve avvenire solo dopo.
Perchè dico questo?
Perchè la nostra lingua si sta riempendo un po' troppo di terminologie inglesi, francesi e di altri paesi, questo fa decisamente perdere la sua connotazione caratteristica alla lingua italiana e la nostra lingua madre va preservata a discapito di tutto.
Se si studiassero 3 o quattro lingue come suggeriva la trasmissione, Il termine in italiano  verrebbe sopraffatto da questa nuova terminologia estera cadendo in disuso e reputo che dopo un lungo periodo di tempo ( qualche secolo) la nostra lingua verrebbe soppiantata da una lingua estera e ciò sarebbe devastante per la ricchezza  offerta dalla nostra lingua.
Come detto queste rimangono mie opinioni e pensieri, facilmente condivisibili o no; io proporrei sempre e comunque di dare priorità allo studio della nostra lingua.

venerdì 7 giugno 2013

Potenziale-Ragionamento-Coscienza

Non intendo fare un nuovo discorso sulla narrativa anche se come al mio solito la infilerò in mezzo.
In questo articolo voglio parlare di un argomento obbiettivo di coscienza. Spesso mi sento dire : Ah io non posso farlo non ne sono in grado; oppure Ah ma sai com'è  e risatina aggiuntiva.
Questi commenti si riferiscono principalmente al tema "Passione per la Scrittura". Sono concorde nell'affermare che un lieve potenziale ci voglia in narrativa ma altresì credo che la bravura nello scrivere sia determinabile dalla propria coscenza e presa in atto, dei propri limiti e capacità.
Nessuno "nasce imparato" Ogni tecnica si impara bene o male però la si impara; quel che davvero impedisce di  apprendere è la voglia di applicarsi in quel che si fa. Se uno ha una passione anche il dedicarglici 10 minuti alla setitmana basta ma purtroppo la mentalità odierna questo ragionamento non lo comprende.
Non voglio fare il solito discorso  sulla moderna gioventù che ha tutta la pappa pronta e inserire quella spinetta nel cervellino gli costa una fatica madornale, sappiamo tutti che è una realtà di  fatto e ne conosciamo sia le cause che gli effetti di questo erratissimo modo di fare "o andare allo sbando, se preferite."
Non c'è verso di farli ragionare perchè la società quello, la società questo , la società l'altro ecc. ecc. tutte le scuse posssibili quindi chiudiamola qui, la realtà di tutti giorni parla da se.
Quel che mi interessa ora affrontare è un obbiettiva comparazione tra il nostro personale potenziale, la concreta dose di ragionamento che ci vuole per svilupparlo e la coscienza di quel che possiamo fare con le nostre obbiettive capacità personali.
Il discorso è contorto me ne rendo conto da sola purtroppo però credo che sia un argomento che vale la pena affrontare.
La mia decisione finalmente nel mettermi ad affrontarlo è dovuta ad una serie di questioni su cui recentemente ho posato lo sguardo.
Queste questioni variano dalla narrativa, alla fiduccia in se stessi, alla fatidica, voglia di fare.
Ognuno di noi si rapporta diversamente con la vita, questo nasce dalle differenti esperienze vissute; dalle diverse capacità personali e dalla diversa capacità di applicazione; Bene o male ce ne rendiamo conto tutti di queste cose quel che invece  non ci rendiamo conto è della correlazione tra applicazione, capacità personale (N.B: Le nostre potenzialità intendo), il ragionamento e la presa di coscienza di quel che sappiamo fare e dove possiamo arrivare.
Nella nostra comoda società ormai l'uso del potenziale intellettivo è roba obsoleta eppure della mente abbiamo sempre bisogno;  il fatto di non usare la mente per le comodità a portata di mano ha creato uno scompenso che ci porta a non essere pratici.
In pratica non abbiamo inventiva, se uno schema dice A+B+C= DE noi non faremo mai  B+C+A oppure C+A+B,  il risultato sarebbe unguale naturalmente; se fossimo in matematica potremmo appplicare la regola che dice : cambiando l'ordine degli addendi la somma non cambia.
Anche il mondo è matematica; nella vita questa regola è in parte appplicabile; questo indica che se volessimo potremmo utilizzare la nostra mente più coscientemente e concretamente, di conseguenza potremmo applicarci e  conoscere a fondo noi stessi, utilizzare il nostro potenziale per creare qualcosa di buono e unico.
Il seguente concetto si può applicare anche in narrativa. Si può scrivere benissimo, meno bene  ma  se ci si applica coscientemente per imparare non si scriverà mai "malissimo".
Lo sviluppo di un idea non è mai facile e anzi confesso, che a volte rovina anche quella magia che l'idea ha avuto nell'attimo in cui la si è partorita ma allo stesso tempo, riuscire a focalizzare quel mondo della storia nel dettaglio, quelle vite  dei personaggi è qualcosa di davvero incredibile e appagante.
Conoscere le proprie potenzialità, apllicarsi, ragionare  con la testa unite ad una buona dose  di volontà di fare cambia completamente la prospettiva che si ha di fronte alla vita e questo vale in ogni campo.
Basta superare quello scoglio fornito dall'ottica "non ho voglia di fare" Il fatto che manchi sempre lo stramaledetto tempo poi è secondario; basta organizzarsi come sto facendo io per riuscire a fare un po' di tutto. Sia le cose di dovere che quelle di piacere.
Posso farlo perchè ho conoscenza dei miei limiti e delle mie potenzialità e anche dei miei difetti. Ho maturato tutto da una cosciente analisi su me stessa perchè ho voglia di applicarmi e fare.
Non intendo fare una ramanzina anche se lo può sembrare sto semplicemente analizzando al questione nel dettaglio e mentre sono in ufficio e sto lavorando.
Cito il fatto del lavoro per farvi capire che volere e potere; naturalmente se state facendo un calcolo matematico è impossibile ma se fate un lavoro che non richiede concentrazione potete fare anche più cose insieme. quindi bando alla sfiducia nelle vostre capacità e all'insicurezza. Se amate qualcosa di impegnativo dovete solo metterci l'anima e riflettere  con coscienza. I risultati non verranno subito quindi non demordete.
Ci saranno momenti belli, momenti brutti, momenti grigi, momenti colorati ma state facendo qualcosa per voi stessi.
Io per impegni è da  Aprile che non scrivo stamattina mi ci sono messa d'applicazione ed eccomi qui. Quindi non demordete mai.

martedì 23 aprile 2013

Fantasia e Creazione

Non mi dilungherò in eccesso sull'argomento.
Fantasia e Creatività sono due concetti strettamente correlati, poichè entrambi sono inerenti al concepire un qualcosa.
Un idea, una fantasia sanno comunicarci qualcosa e per questo lo svilupparle ci permette di dare una forma alla creatività divertendoci.
Applicandoci poi possiamo pure creare un racconto da questi attimi di immaginazione.
Sono concetti ormai triti e ritriti he non so quante volte ho ripetuto come un disco rotto.
Quello che non riesco davvero a concepire però è il fatto  che per quanto  questo "meccanismo" sia di amplio utilizzo per tutti nesusno voglia applicarcisi seriamente per ricavarne dei frutti.
Non è che pretendo che tutti si diano alla scrittura o alla musica o alla poesia oppure alla cinematografia, quel che però mi lascia un po' basita confesso è il fatto stesso che nessuno ( di coloro con cui ho affrontato l'argomento)  sia riuscito a capirne la bellezza e la potenzialità.
Un peccato perchè fornisce una sensazione bellissima.

domenica 7 aprile 2013

Sogni Notturni= Potenziali idee narrative

Avete mai udito il luogo comune; Annotati i  sogni che fai di notte perchè possono tornarti utili per una storia?
Direi che questo definiamolo "detto" ha la sua dose di verità. Molti sogni notturni danno potenziali idee per racconti è verisimo; ma i sogni da soli non costruiscono una vera e propria storia, poi ci vuole la testa per mettersi a rimuginare sopra con la domanda ossessiva: Cosa ci faccio con te mio caro sogno?
La situazione spesso è comica. Ti ritrovi appuntato sto sogno sconclusionato e l'unica cosa che ti salta all'occhio è il quanto sia insensato; eppure al contempo senti che sto sogno ti comunica qualcosa e che: " ci deve essre proprio una via, per creare qualcosa di buono da questo cumulo di immondizia."
Stai lì le ore, rimugini, rimugini; poi  guardi l'orologio e allora esordisci con la classica faccina da pesce lesso. Per chairirci a chi è vezzo di faccine internettiane questa -> ò_ò.
Si sono già le 19 e tu ancora non hai sbrigato una faccenda, non hai preparato la cena e i famigliari tornano a casa...Da lì, c'è quella che io chiamo la Flah manovra e inizi a correre.
Chiusa la divagazione torniamo alla questione seria; ovvero l'utilità del sogno notturno per questioni narrative.
Io personalmente l'appuntare sogni notturni che mi colpiscono lo trovo un attività interessante.
Proprio questa mattina ho fatto uno di questi sogni che ancora devo appuntare perchè mi ha davvero comunicato irritazione.
Mi sono veramente svegliata male a causa sua eppure non riesco a togliermelo dalla testa. Mi ronza dentro come una zanzara segno questo che l'idea è comunicativa e che vorrebbe essere sviluppata.
Raccontarlo non mi costa nulla perchè francamente non credo che lo utilizzerò mai. Anzi lo utilizzo appunto in questo articolo per  farvi notare quanto un sogno sconclusionato e anche irritante in realtà possa produrre e partorire idee.
Metterò il racconto del sogno in corsivo e in un bel color viola per distinguerlo, poi passerò a farvene un analisi.

In casa mia piomba una lontana cugina che non ho mai conosciuto (nella realtà non ho nessun parente sconosciuto ) beh questa cugina si impianta in casa e con prepotenza pretende di dividere a metà un luogo a me caro accantonando le mie cose e addirittura costringendomi a buttarle via.
Spostando mobili miei e aggiungendone di suoi. La sclerata che ne risulta è d'obbligo e pure il senso di frustazione.

 Analizziamo ora questo sogno e le sue potenzialità.
Come noterete il risveglio nella vita reale è stato alla base di un irritazione e scontentezza piuttosto palesi; eppure questo sogno continua a ronzxarmi nel cervello, la domanda è: Perchè?
Semplicemente perchè ha potenzialità.
Una potenzialità dai clishè standard a dre il vero ma al contempo fruitrice di idee.
Portiamo ora per un secondo questo assurdo e sconclusionato sogno nel mondo reale e immaginiamoci di avere veramente in casa questa prepotente persona.
Noi, o meglio; il nostro personaggio,  si trova in casa sta persona arrogante e prepotente che ti fa passare a te da prepotente.
Nel pg quindi si instaura insoddisfazione , rabbia e senso d'impotenza e frustrazione dato che probabilmente  genitori e fratelli impongono di "portare pazienza".
Da qui e dal contesto relativo alla situazione partono le ideee.
Le potenzialità di sviluppo però sno tutt'altro che volte a costruire una trama serena. Potenzialmente gli sviluppi potrebbero essere i seguenti:

1) Il protagonista vive diverse vicisstudini, aumentano l'odio e le  frustrazioni infine si arriva al classico macabro omicidio.

2) Dopo varie vicissitudini protagonista e cugina trovano un amichevole accordo  

3) Il protagonista fugge di casa, vive diverse avventure e nel frattempo la cugina si sorbisce tutte le preoccupazioni e accuse di famiglia maturando la consapevolezza di essere una stronza.

Personalmente, ragionando su questo sogno senza capo ne coda visto il contesto della mia realtà quotidiana, riesco ad intravederne diverse idee di  un "potenziale" sviluppo.
La storia ne risulta drammatica molto stile film e francamente se si mantenesse il sogno come è ora nello sviluppo della storia ne verrebbe fuori qualcosa di davvero molto esplicito.
C'è a chi questo  tipo di contesto piace e a chi no. questo è uno dei fattori da valutare quando si crea un idea. Il proprio stile e il richiamo che questa "potenziale storia da".
Ma questo tuttavia è un fattore secondario perchè c'è altro da valiare al momento.  L'idea in sè dobbiamo valiare. Che il sogno  richiami serenità o irritazione o  dolore o paura è solo uno dei fattori di comunicatività che il sogno possiede.
Più la storia ci gironzola nel cervello più significa che la nostra mente sente un richiamo verso quest' idea.
Il mio richiamo verso la comunicatività di questa potenziale idea lo faccio fruire in questo topic, atraverso questa analisi.
Il sogno mi ha richiamato l'idea; certo  potrei pure svilupparla e farci un racconto ma lo dico francamente, le paturnie e tragedie famigliari mi stanno dove ben sapete quindi per me sviluppare un idea del genere sarebbe solo fonte di un tale senso di repulsione che si creerebbe sicuramente una porcheria.
Per scrivere racconti di genere drammatico devo proprio essere ispirata e questo sogno non mi ha affatto acceso la lampadina ispirativa.
Tuttavia ha potenziale devo ammetterlo. Ne  verrebbe fuori una storia cruenta e  a tratti macabramente realista.
Una storia in cui l'io dei personaggi la farebbe da padrone assieme ai vari contesti che portano i personaggi a svilupparsi. Qualsiasi delle tre opzioni (o anche di  diverso tipo) mettiamo in campo.
Da quanto detto credo  di avervi reso abastanza ampliamente la potenzialità  che un sogno notturno ha, il tutto sta a trovarne una  bella e originale chiave si sviluppo.
Quindi vale sempre la pena appuntarsi un sogno notturno; magari non lo  guarderete mai più ma potreste anche rileggerlo e vederne il potenziale narrativo.
Naturalmente ricordo che bisogna proprio saper valutare concretamente  " Il Sogno" Se non ha potenziale non ha potenziale è inutile stare a bestemmiarci sopra.
Prendetela con calma e sappiatelo valutare attentamente; sopprattutto non crediate che sia un lavoro immane e pensante perchè non lo è. E un gioco vedere cosa  esce fuori dai sogni.
Un modo per passare una  giornata in maniera diversa immersi nell'immaginazione. Ma al contempo è anche un modo per creare.

giovedì 14 febbraio 2013

Le Brutture e Volgarità Fanno realismo oppure no? Spunti da una discussione.

Recentemente mi è capitata una lunga discussione con un amico di rete riguardo l'argomento delle Brutture e volgarità in narrativa horror.
Con Brutture e Volgarità intendo eccessive descrizioni di violenza  ed erotismo.
A mia opinione e anche a quella di molti "Accademici" che scrivono guide per aspiranti naratori, queste due cose non sono necessarie.
Bisogna descrivere ma mantenersi contenuti riguardo alle descrizioni, insomma mettersi un freno. Stando a questi stessi accademici e professionisti, la scrittura da cui bisogna imparare a scrivere e descrivere è quella ottocentesca.
Io per mia personale opinione ritengo che quanto dicono gli accademici sia condivisibile e giusto. Per esempio a me leggere ogni minimo dettaglio di una scena di sesso o tutti i dettagli di un omicidio toglie decisamente il piacere di leggere un racconto.
Stando al mio amico di opinione differente dalla mia, codeste descrizioni fanno realismo della storia e quindi sono utili al contesto narrativo e appunto fanno la storia.
Inutile dire che la discussione mi è risultata oltremodo affascinante. Lui è di stomaco forte io decisamente debole per queste cose.
Rimane la domanda: Cosa è meglio fare quando si scrive un horror? Darsi alle voglarità come fanno molti autori del genere oppure mantenere il contegno e lasciare che sia il lettore ad immaginare l'accaduto?
Il dilemma è arduo e per mio conto continuo a consigliare di evitare un eccesso di brutture e volgarità in narrativa ma lui da parte sua le ritiene utili alla narrazione e quindi ne consiglia l'utilizzo se serve allo scopo.
Il problema sta anche negli scopi  e nello stile del racconto temo però..
Riflettere sulla questione è davvero esaltante poichè mette a confronto l'armonia di cui ogni testo dovrebbe essere intriso, con la crudezza e la schiettezza di un realismo fin troppo spesso macabro e volgare di suo. E questo senza che magari nel "reale" accada poi nulla did effettivamente cruento.
Qui temo che intersechino molte sfaccettature dell'argomento narrativa; per cui io mi fermo lasciandovi il piacere di addenttrarvi in questa affascinante tematica e trarne le vostre personalissime conclusioni.

venerdì 18 gennaio 2013

Di Fantasia e Narrativa - Di Libri e Idee

Carisimi lettori sono una TONTA!
Credevo di avervi lasciato un post di Augurio Natalizio, invece pare proprio me ne sia dimenticata! 
Sono davvero svampita! Scusatemi.

Dopo questi doverosi preamboli mi  rivolgo dunque al tema che tratterò in questo mio "articolo" definiamolo così anche se  la definizione non è propriamente corretta.
Il tema è affascinante ma complicato. Francamente lo ritengo pure  originale dato che vaglia un aspetto della narrativa di cui non sento spesso parlare, ovvero, la correlazione tra fantasia-Narrativa-Idea-Libro.
Il tema è interessante e permette di riuscire a vedere  diversi aspetti della questione.
Tutto parte da questo ragionamento, Leggo unb libro= Immagino= mi vengono idee= creo una narrativa. (N.B: Quel creo narrativa non è un termine esplicativo adatto. Purtroppo lo utilizzo in quanto spesso, una "storia" o "fantasticheria" come chiamar si voglia, funge da una specie di narrazione mentale. Non è scrittura, quindi il termine è sbagliatissimo, ma per inquadrare il concetto che voglio esprimere, purtroppo non riesco a trovare termine più appropriato.)
Facciamo un pochino di chiarezza.
Come dicevo quando leggiamo attiviamo un particolare processo immaginativo che ci spinge ad elaborare idee. Queste idee hanno forme e connotazioni diverse; ad alcuni viene voglia di svilupparle  e questo porta alla creazione di racconti.
La maniera più semplice e infantile di fare Narrativa è questa.  Tutto parte da qui da un idea " di voler sfogare la creatività" dal spesso, voler provare la sensazione dello scrivere.
Un analisi così semplice però porta anche a fattori ben più complessi. Scrivere, Leggere, Immaginare, sono argomenti a se stanti ma ognuno di loro ha un sottile filo che lo collega agli altri.
Ed è proprio questo filo la cosa più  incredibile. Questa correlazione che ci spinge  ad AMARE la scrittura e la lettura.
Per far capire meglio dunque troviamo un metodo efficace. Partiamo dall'immaginazione.
Immaginare è un processo della mente che parte nell'emisfero della nostra mente dedicato a questa funzione. Il potenziale di questa piccola parte del cervello è pressochè illimitata; la limitazione la mettiamo noi perchè purtroppo siamo incapaci di andare oltre all'utilizzo del 20% del potenziale della nostra mente; però quel 20% è già da solo in grado di creare effetti incredbili; quindi creiamo con esso immagini mentali, storie, formuliamo paure e ragioniamo.
Dall'utilizzo e dai risultati del nostro ragionamento, della nsotra imamginazione, nascono le idee che volendo si possono usare in scrittura.
Io personalmente trovo questo particolare meraviglioso già da solo, però bisogna collegarlo con gli altri punti della questione.
Ora dunque abbiamo  UN IDEA ma da sola non basta bisgona formularla, progettarla e infine metterci le mani e creare.
Dunque iniziamo con il nostro foglio di carta e la penna, la nostra mente; e buttiamo giù le  idee. Facendo questa operazione capiamo però che su alcuni argomenti dobbiamo informarci prima; quindi prendiamo nuovi libri.
Li leggiamo  e assaporiamo le parole che contengono e da questi nasocno nuove idee per il nostro "progetto"
Ideee che porteranno sviluppi che cambiaeranno quanto già detto e fatto in precendenza o che cif aranno riniziare tutto da capo.
Infine ci mettiamo le parole e la mano che scorre sul foglio creando un mondo che a mano a mano che lo descriviamo in egual modo lo immaginiamo.
Questa parte del lavoro è la più realizzante ed espressiva, ma anche la più complessa. Bisogna prestar attenzione CHE LA NOSTRA IDEA SIA ORIGINALE E NON IL CLONE DI UN ROMANZO DI TROPPO E DISCUSSO SUCCESSO 
Ma un altra cosa da fare è imparare ad osservare e giostrarsi nello scrivere.
Questi processi, che confesso sono più che altro svolti inconsciamente, se analizzati a mia opinione si rivelano  qualcosa di mirabolante; la correlazione tra questi diversi e variegati fattori (sopra riportati) fa capire quanto poco basti e quanto gioco ci sia nella narrativa, quanto piacere possa trarre dalla lettura.
Credo insomma che valga la pena pensarci e saper apprezzare il momento ma anche saperlo sfruttare.